L’uomo tra sofferenza e libertà

Andare oltre le ambiguità su morte degna e compassione

Come preannunciato nell’ultimo numero de La Libertà (a pagina 5), proponiamo sul giornale un approfondimento sulla lettera Sammaritanus bonus della Congregazione per la dottrina della Fede. Il testo che pubblichiamo questa settimana è stato scritto da Gian Pietro Soliani. Nel prossimo numero interverrà don Luigi Orlandini. Il professor Soliani è docente di ruolo di Storia e Filosofia nella scuola secondaria superiore, docente di Etica, Filosofia dell’essere e Storia della filosofia antica e medievale presso lo Studio Teologico Interdiocesano di Reggio Emilia e docente a contratto di Storia della filosofia medievale presso l’Università di Urbino “Carlo Bo”.

La lettera Samaritanus bonus, pubblicata dalla Congregazione per la dottrina della Fede lo scorso 22 settembre, intende affrontare, alla luce del Vangelo e del Magistero della Chiesa degli ultimi decenni, il problema dell’accompagnamento dei sofferenti, in particolare di coloro che si trovano in quella condizione che ormai viene comunemente designata come “fine vita”. Come è noto, il tema è di scottante attualità da diversi anni. La lettera costituisce anche una risposta puntuale a quella che san Giovanni Paolo II ha definito, nella Evangelium vitae, “cultura di morte” e che papa Francesco ha definito a più riprese “cultura dello scarto”. Il documento non contiene soltanto la condanna esplicita dell’eutanasia e del suicidio assistito, definiti come crimini contro la persona umana. 

Continua a leggere tutto l’articolo di Gian Pietro Soliani su La Libertà del 7 ottobre 2020

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