Effetti psicologici e sociali nel volume «Il segno della pandemia»
Incertezza, insonnia, ansia, nei casi più gravi angoscia e depressione: tra i danni collaterali di questa prolungata epoca Covid ci sono le conseguenze in termini di salute mentale. Una prova e un’opportunità, dicono gli esperti. Certo, in pochi mesi il metro è diventato un’unità di distanza, più che di misura, e anche il tempo non è più quello registrato dall’orologio, o dall’intervallo che separa, su internet o in tv, un bollettino dei contagi e dei ricoveri da quello successivo.
Se lo smarrimento è generale, a Reggio Emilia abbiamo delle risorse in più per farvi fronte, a cominciare dalla quindicesima edizione (dal 25 settembre al 3 ottobre 2020) della Settimana della Salute Mentale organizzata dalla locale Azienda Usl-IRCCS in collaborazione con il Comune di Reggio Emilia, il Centro di Storia della Psichiatria e numerosi altri enti.
Segnaliamo inoltre l’uscita, a cura di Piero Benassi e Stefano Mazzacurati, di un numero monografico della Collana di studi e ricerche dell’Associazione per il Museo di Storia della Psichiatria di Reggio Emilia intitolato “Il segno della pandemia. Effetti psicologici e sociali” (Consulta librieprogetti, 2020, 192 pagine, illustrato, 15 euro). La proposta editoriale, maturata nella fase (per ora) più acuta dell’emergenza sanitaria, interpreta ansie e tormenti che si alimentano in un “tempo agostiniano in cui il vissuto spaziale è essere in una bolla senza entrata né uscita e il vissuto temporale è essere in una sfera dove si perdono il prima e il dopo”. Oltre a quelli dei due curatori, il testo accoglie i contributi originali di Alessandro Carri, Tina Romano, Maria Alberici, Gian Paolo Guaraldi, Marco Ruini, Umberto Nizzoli, Raffaele Bertolini, Franca Righi e Marco Tamagnini, che propongono l’apporto personale di esperienze e di piccole verità accumulate durante la loro attività professionale.
Continua a leggere tutto l’articolo di Edoardo Tincani su La Libertà del 30 settembre 2020