Le parole del vescovo Massimo nella festosa liturgia di ordinazione sacerdotale e diaconale
Cari fratelli e sorelle,
cari Matteo, Alessandro e Tommaso,
cari Marcello, Sebastiano e Paolo,
il mio saluto innanzitutto a voi e alle vostre famiglie, ai vostri amici, a tutti coloro che vi hanno accompagnato fino a questo giorno così importante per la vostra vita e la vita della Chiesa. Saluto e ringrazio i Superiori del seminario che hanno curato il vostro cammino: il rettore, don Alessandro Ravazzini, il vice rettore, don Luigi Orlandini, don Matteo Bondavalli, il superiore della Familiaris Consortio, don Pietro Adani; i padri spirituali: don Edoardo Ruina, don Pietro Paterlini, don Matteo Mioni; saluto e ringrazio anche i professori dello Studio Teologico Interdiocesano e in particolare don Daniele Moretto che lo ha diretto per la maggior parte degli anni in cui i nostri candidati agli ordini hanno studiato. Un saluto pieno di affetto anche ai vostri parroci: don Fernando Borciani, don Pietro Paterlini, don Nildo Rossi, don Luigi Rossi, don Guerrino Franzoni e don Stefano Manfredini.
Saluto con affetto il vescovo Adriano, mio predecessore su questa cattedra.
Oggi, attraverso il sacramento dell’Ordine, nei suoi gradi presbiterale e diaconale, Cristo prende definitivamente possesso delle vostre vite e vi introduce ad un rapporto di speciale identificazione con lui, con il suo cuore “traboccante di pace” (Dionigi l’Areopagita, De divinis Nominibus 953 A 10) e assetato dei cuori degli uomini. Come dice san Paolo, non sarete più voi a vivere, ma Cristo in voi (cfr. Gal 2,20). Solo lasciandovi possedere interamente da Gesù sarete in grado di portare agli uomini con letizia e fedeltà la luce che oggi vi investe.
Leggi il testo integrale dell’omelia pronunciata dal vescovo Massimo Camisasca su La Libertà del 20 settembre 2020