Il vescovo Massimo ricorda la dedizione sponsale di don Guido Mortari

“É per me una gioia celebrare questa Eucarestia con tutti voi, ricordando il nostro amato don Guido, che in questa parrocchia ha servito per ben 41 anni come parroco e altri 15 come vicario cooperatore e collaboratore. Dopo 55 anni di fedele servizio, se ne è andato in silenzio, senza, addirittura, che potessi celebrare il suo funerale. Era dunque doveroso per tutti noi ritrovarci assieme per questa Messa di Suffragio e ringraziamento”. Con queste parole il vescovo Massimo ha iniziato l’omelia della Messa celebrata nel pomeriggio di domenica 20 settembre in Sant’Agostino e partecipata da tantissimi che – nel rispetto delle prescrizioni – hanno trovato posto in chiesa e nell’attiguo teatro. Hanno concelebrato mons. Alberto Nicelli,  don Luca Grassi, don Gionatan Giordani, don Vasco Rosselli, don Alessandro Ravazzini, don Giovanni Caselli, don Giuseppe Dossetti, don Luigi Orlandini, don Riccardo Camellini, mons. Carlo Pasotti, don Daniele Scorrano; all’altare erano i diaconi Alberto Davolio e Cesare Pelosi Bonini, profondamente legati a don Guido.

Muovendo dal brano del profeta Isaia “Cercate il Signore, mentre si fa trovare, invocatelo, mentre è vicino”, mons. Camisasca ha affermato: “Penso che fra le tante cose che si potrebbero dire di don Guido (molte delle quali sono state raccolte in un libro a cura di Giuseppe Adriano Rossi e don Luca Grassi), quella forse più sintetica e proprio questa: egli si è posto in mezzo al popolo di Dio come al crocevia di questa ricerca di Dio da parte dell’uomo”. Il vescovo Massimo ha evidenziato di don Mortari la dedizione sponsale alla parrocchia, la sua paternità, la sua stessa presenza: caratteristiche che per tutti erano segno del lasciarsi trovare di Dio. Mons. Camisasca ha inoltre sottolineato che la profonda vita di preghiera e la fedele celebrazione dei sacramenti da parte di don Guido contenevano questo messaggio: occorre continuare sempre a cercare Dio anche dopo averlo trovato “Fare spazio a questo insegnamento mi sembra il modo più bello e fecondo per ricordare don Guido e mantenere viva in questa comunità la sua memoria. La Madonna della Cintura, a cui don Guido era particolarmente legato, ci ricorda anche la sua fervente devozione mariana”.

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Le numerose intenzioni di preghiera hanno dato la misura del profondo legame, dell’affetto e della gratitudine che lega tanti a don Mortari.

Al termine della celebrazione eucaristica Giuseppe Adriano Rossi, che con don Luca Grassi ha curato il volume “Don Guido parroco e amico” – voluto dalla parrocchia e stampato dalla Nuova Futurgraf – ha evidenziato che le testimonianze di parrocchiani, familiari, confratelli e amici costituiscono la trama di questo volume che vuole essere un atto di affetto e di riconoscenza della parrocchia di Sant’Agostino a don Guido Mortari, che per undici lustri ininterrotti qui ha generosamente offerto il suo ministero sacerdotale.  Ha rivolto un ringraziamento a quanti hanno voluto consegnare un loro scritto in cui hanno espresso senza remore e a cuore aperto il loro ricordo del parroco e amico; e a chi ha fornito le fotografie che documentano vari momenti del ministero sacerdotale di don Mortari.

Le testimonianze spaziano sui tanti ambiti in cui don Mortari ha esercitato con generosità – senza nulla cercare per sé, senza risparmiarsi – il suo prezioso servizio; sintetizzano il “grazie” di quanti – e sono innumerevoli – lo hanno incontrato nel loro cammino di fede, ne hanno sperimentato la bontà, sono ricorsi al suo saggio consiglio, gli hanno confidato drammi, dubbi, difficoltà. Quanto bene ha fatto a tanti con discrezione e riservatezza, senza clamore e pubblicità!

OMELIA INTEGRALE del Vescovo su La Libertà del 23 settembre 2020

 

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