007 Corona Bond

Un settore che da noi non risente affatto della crisi da Covid, anzi prospera come non mai grazie alle “contaminazioni”, è l’importazione di neologismi di chiara matrice inglese, di dubbia chiarezza e di palese inessenzialità.
L’altro giorno una signora mi diceva che aspettava i ricoveri fond per continuare a pagare la retta di degenza del padre novantaseienne ospite di una casa protetta. D’altra parte ormai a parlare di fondi per la ripresa e non di recovery fund è rimasto solo Mattarella.

Il resto della popolazione va adeguandosi ai tempi. A dire il vero ci sono anche parole che in quest’epoca andrebbero modificate in italiano.
Prendiamo il termine quarantena, per esempio: non dovrebbe evocare quaranta giorni?
In realtà, con uno sconto di pena della bellezza di ventisei giorni, sarebbe meglio già oggi chiamarla quattordicena; nella vicina Francia, poi, hanno già provveduto a dimezzare ulteriormente il periodo di isolamento, quindi, se la moda prenderà piede anche qui, tra un po’ sarà sufficiente dire che Tizio ha dovuto “fare la decena” oppure “starsene in settimana” e con ciò (forse) si capirà il senso.

Continua a leggere tutto l’articolo di Edoardo Tincani nella rubrica “Diario di casa mia” su La Libertà del 16 settembre 2020

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