Lezioni dalla pandemia

Da La Libertà del 9 settembre 2020

Anche nel nostro secolo XXI, come nei secoli precedenti, con il Covid-19 abbiamo dovuto fronteggiare una crisi a cui non eravamo preparati e le cui conseguenze potrebbero trascinarsi per un tempo non ben precisato, con effetti significativi sulla nostra società. Cosa fare nel frattempo?

Credo che l’unica cosa sensata da fare sia cercare di capire cosa abbiamo imparato, quali valori abbiamo recuperato, quali ricchezze interiori abbiamo scoperto, per rendere migliore il nostro mondo.
Poi ognuno alla fine di questa odissea trarrà le sue conclusioni. Sicuramente abbiamo rivalutato il lavoro dei medici e degli infermieri, le forze dell’ordine, le tante realtà del volontariato. Abbiamo scoperto l’importanza di lavori non considerati, come gli addetti alle pulizie, i dipendenti dei supermercati, gli addetti alle consegne a domicilio, i trascurati “riders” e tanti altri che hanno garantito i servizi minimi alle nostre comunità. E dovremmo aver capito che i risparmi nella sanità non sono stati una scelta oculata!

Vorrei sottolineare che, come credenti, siamo stati chiamati a riscoprire le ragioni essenziali della fede, al di là dei gesti esteriori, delle forme e dei riti, e al tempo stesso dalla lontananza dalle celebrazioni, abbiamo rivalutato il piacere di essere parte di una comunità. La consapevolezza di essere cittadini “sulla stessa barca”, come ci ha ricordato Papa Francesco, ha avuto la meglio finora sullo spirito individualista del “si salvi chi può”. Auguriamoci, anche dopo la fine dell’emergenza Covid, di mantenere uno spirito comunitario accompagnato da una vera solidarietà sociale, per non lasciare indietro nessuno, per non rimandare scelte ad un domani che potrebbe anche non esserci.

Franco Torricelli

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