La prima casa fu nel 1995. Non chiamateci progetto…
A 25 anni in Rwanda sei un uomo bello e fatto. Sei ‘Mukuru’, grande. Con il giubileo delle Case Amahoro, a 25 anni dall’apertura della prima casa a Mukarange, si festeggia anche nella diocesi di Kibungo la maggiore età delle case e di questo progetto ‘Amahoro’ (‘pace’ in lingua ruandese).
“Non chiamatelo progetto”, ci correggeva una decina di anni fa don Viateur Bizimana. In una terra che dopo il genocidio ha visto centinaia di progetti internazionali di sviluppo, aperti e chiusi nel giro di pochi anni, quella parola stonava un po’. “Un progetto è una cosa temporanea, breve. Le case Amahoro sono una realtà che è diventata nostra, che cresce”.
Infatti, il seme seminato da mano italiana e ruandese già in quei primi viaggi di don Gigi Guglielmi nel settembre 1994 è cresciuto, si è moltiplicato e ha portato frutto, molto frutto.
Continua a leggere tutto l’articolo a cura del gruppo Amahoro su La Libertà del 9 settembre 2020