Vi è stato donato un figlio… Pensando a 10 anni fa

Mi ricordo 10 anni fa, quando sei entrato nella stanza dei colloqui, cioè l’aula dove le coppie incontravano i futuri figli. Non avevo coraggio di guardarti negli occhi, avevo paura di leggere delle aspettative che non ero in grado di soddisfare. Mio marito mi disse poi che avevi le occhiaie e sicuramente non avevi dormito quella notte per l’ansia o per altro… “l’altro” lo dicesti in seguito ovvero scherzi o dispetti di chi rimaneva in orfanotrofio verso chi era stato “scelto”. Vidi solo un ragazzo molto magro per i suoi 11 anni che, nel puzzle che avevamo portato in dono, aveva subito individuato in mezzo al gran pelo il naso e la lingua del pastore tedesco e che l’interprete aveva per questo definito “scaltro”.
Notai le mani “vissute” e l’atteggiamento di una certa sicurezza di chi, in fondo, riceve ospiti a casa sua. Le mani erano il risultato di un gioco fatto un’infinità di volte ovvero “vince chi riesce a lasciare le mani più a lungo nella neve..”..

Continua a leggere l’articolo di Emanuela Armani nella pagina dei Lettori su La Libertà del 2 settembre 2020

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