In soli sei mesi Reggio Emilia ha perso un quarto degli avviamenti. Cassa integrazione pari ai 7 anni precedenti. La Cisl: “Ora riforme e investimenti”
“Rispetto ai primi sei mesi del 2019 a Reggio si è persa una forza di nuovo lavoro del 26% e sono state richieste ore di cassa integrazione equivalenti ai sette anni precedenti. Come sindacato, non possiamo che auspicare forti interventi sia nazionali che locali sul tema”, sono le parole di Rosamaria Papaleo, segretaria generale Cisl Emilia Centrale, a fronte di un’analisi Cisl sui dati su avviamenti e cessazioni dell’Agenzia regionale per il lavoro.
“Come era prevedibile si tratta di un quadro preoccupante – analizza la segretaria Cisl -. Infatti: se gli avviamenti totali nei primi sei mesi del 2019 furono 51.141 nel 2020 sono stati soltanto 37.511, con un saldo negativo di 13.630 di contratti di lavoro (a tempo determinato e indeterminato). E ancora una volta si parla essenzialmente di lavoro a tempo determinato (29.624 nei primi sei mesi del 2020), rispetto al tempo indeterminato (7887)”.
“La situazione va meglio per le cessazioni: furono 44.828 nel 2019 e ‘solo’ 37.129 nel 2020, ma questi due dati non sono paragonabili in quanto quest’anno c’è stato il blocco dei licenziamenti sancito dal Decreto Rilancio”.
La drammaticità della situazione arriva dall’analisi delle ore di cassa integrazione, così come emerge dai dati del Dipartimento Mercato del lavoro Cisl regionale. A Reggio Emilia da gennaio a giungo sono state autorizzate 21.331.836 ore di Cassa di integrazione di cui 17.952.04 di cassa integrazione ordinaria e di 3.42.937 in deroga, risulta diminuita quella straordinaria in quanto la questo tipo di ammortizzatore non copre una causale come quella del Covid pertanto è stato necessario sospenderla per accedere alla cassa integrazione ordinaria: 436.815. Il dato reggiano sulla cassa integrazione è perfettamente allineato a quello delle altre province (Reggio vale il 12% delle ore autorizzate in Regione).
“Già ora appare comunque evidente – commenta Rosamaria Papaleo – che in soli sei mesi le ore di cassa integrazione autorizzate a Reggio Emilia sono più del doppio di quelle autorizzate nell’intero anno della crisi 2010 quando furono 9.412.162. Nel 2019, invece, ricordo che ci fu una buona ripresa del lavoro e le ore di cassa integrazione autorizzare furono solo 837.721”.
“Certo – osserva la sindacalista – è noto che il rapporto tra le ore di cassa integrazione autorizzate e quelle effettivamente usufruite a fine anno è solitamente inferiore, pertanto dovremo vedere a consuntivo l’effettivo utilizzo reale di questo strumento. Se questa differenza sarà importante sarà indicativo del fatto che è avvenuto l’atteso rimbalzo produttivo. Molte aziende ora sono ripartite, ma il vero banco di prova sarà l’autunno dove ancora non sappiamo né quali saranno le commesse né se ci possa essere una recrudescenza del virus. A Reggio Emilia per la Cisl tra i settori che hanno risentito maggiormente della crisi Covid 19: il commercio, terziario (servizi), industria in senso stretto e turismo”.
“Intanto – aggiunge Papaleo -, il governo è venuto incontro alle richieste sindacali: con lo scostamento di bilancio ha rifinanziato la cassa integrazione per altre 18 settimane sino alla fine dell’anno e il blocco dei licenziamenti, accogliendo così le richieste dei sindacati”.
“Per questo – conclude William Ballotta – riteniamo strategico, sia a livello nazionale che locale, fare ripartire gli investimenti in strutture materiali e immateriali, quindi attuare una programmazione seria e puntuale per l’utilizzo delle risorse che deriveranno dal Recovery found, abbinato a riforme importanti, come quella fiscale che troppo penalizza le buste paghe di lavoratori (con incentivo delle assunzioni) e pensionati (e rilancio della spesa corrente), previdenziale, giudiziario… A Reggio Emilia l’avviando patto per il lavoro dovrà tracciare la rotta”.
Gabriele Arlotti