Responsabilità da riconoscere

Protesters toppled the statue of Edward Carmack outside the state Capitol after a peaceful demonstration turned violent, Sunday, May 31, 2020, in Nashville, Tenn. (AP Photo/Kimberlee Kruesi)

Gentile Direttore,
ho letto con piacere l’articolo di Daniele Semprini sulla distruzione delle statue in America (su La Libertà del 1° luglio, a pagina 18) e sono in gran parte d’accordo. Se posso, però, vorrei aggiungere alcune considerazioni.
è vero: uno degli errori più gravi nel “fare storia” è dimenticare che è “storia”. Giudicare situazioni e avvenimenti verificatisi secoli fa usando criteri e misure che sono propri del nostro tempo, frutto dell’evoluzione dell’esperienza e della cultura, di qualcosa che è cresciuto e si è sviluppato nel tempo, produce un falso storico. Il tempo, l’esperienza hanno un significato. Il modo di pensare e di giudicare cambia nel tempo proprio perché ogni epoca contiene in sé anche le epoche passate, nel bene e nel male, ma aggiunge sempre qualcosa di nuovo. Forse, se sapessimo leggere la storia e farne tesoro saremmo migliori perché comunque chi è venuto prima di noi ci ha lasciato, insieme a dei problemi aperti che chiedono soluzione, anche conoscenze, esperienze, strumenti. è, quindi, impossibile giudicare gli uomini senza cercare di entrare nella cultura e nelle situazioni in cui hanno vissuto (anche se ci sono alcuni, non pochi, casi talmente gravi che è difficile far finta di niente). Ma i fatti, gli avvenimenti, vanno giudicati! Non tanto per condannare (non servirebbe neppure dopo tanto tempo) ma per evitare che si ripetano. Perché l’uomo è sempre pronto a tirare fuori il peggio di sé quando si trova in certe situazioni, e anche a trovarsi delle giustificazioni.

Continua a leggere l’articolo di Luca Lambertini nella pagina dei Lettori su La Libertà del 27 luglio 2020

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