Mutazioni uomo-virus

Ho ancora un po’ paura a pronunciarla, ma la parola “ferie” – forse, sembra – sta per materializzarsi anche quest’anno.
Tutto è ancora diverso dal solito, ci vuole calma. E gesso: come quello che mio figlio quindicenne ha deciso si sfoggiare dopo essersi rotto il perone destro giocando a basket con gli amici – nel campetto riconquistato e subito riperso – regalando così alla famiglia l’emozione di un avvio di vacanza con stampelle.
Ci vuole calma pure nei negozi, dove la frase che sento più spesso non è tanto “buongiorno/buonasera” ma piuttosto “chi è l’ultimo?”, come se fossimo tutti pazienti dello stesso dottore.

Continua a leggere l’articolo di Edoardo Tincani della su rubrica dal titolo “Diario di casa mia” su La Libertà del 1 luglio 2020

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