È il 5 giugno 2020 quando, alle ore 12:30, la professoressa Luisa Chesi saluta dallo schermo del suo computer i ragazzi della 3a A, la classe con cui ha tenuto la sua ultima lezione scolastica. Sono passati oltre trent’anni dal giorno in cui Luisa Chesi ha messo piede presso il Liceo Classico Ariosto di Reggio Emilia in qualità di insegnante di matematica e fisica e da allora è stato riconosciuto come fondamentale il suo contributo alla formazione, non solo scientifica, ma anche educativa, dei tanti ragazzi che le sono stati allievi.
Ora che la professoressa Chesi va in pensione, il Liceo Classico Ariosto rimane privato di una delle sue principali icone. Mia madre – e sono fiera di affermare questo fatto – offriva infatti una preparazione scientifica altamente qualitativa, al punto che dal corso A sono sempre stati tanti i ragazzi che hanno seguito carriere universitarie di stampo scientifico, attribuendone in buona parte il merito a lei, che era stata in grado di fare apprezzare la matematica e la fisica a chi, solitamente, iscrivendosi al Classico, rifugge da queste materie.
Verifiche a sorpresa, accompagnate da quella terribile frase “…
Leggi tutto l’articolo di Margherita Santi nella pagina dei Lettori su La Libertà del 24 giugno 2020