Finalmente liberi, abbiamo ritrovato il piacere di riprendere l’attività fisica indispensabile per contrastare l’ineluttabile declino, organizzare una colazione con le amiche di sempre per arrotolare i fili di quell’ingarbugliato gomitolo colorato che sono le nostre vite, rimettere piede nei templi della conoscenza, biblioteche e librerie, per accarezzare quei libri tanto cari.
E sono tornate le voci dei bimbi. I figli del vicino di casa, bloccati per tre mesi dai nonni in un’altra regione, la nipotina adorata della migliore amica che contagia chiunque con la sua implacabile gioia di vivere, i cuccioli vocianti e chiassosi di una coppia di amici carissimi.
Il racconto dei genitori su come hanno trascorso questi lunghi mesi barricati in casa lascia trasparire tanta fatica, ombreggiata nella sua nobiltà, da qualche senso di colpa assolutamente inopportuno e fuori luogo.
Leggi tutto l’articolo di Valeria Braglia nella rubrica “Mirabilia” su La Libertà del 24 giugno 2020