Dopo il lungo periodo di chiusure e restrizioni per contenere la pandemia, finalmente il 3 giugno è arrivata la Fase 3. Sono riammessi gli spostamenti da regione a regione e hanno riaperto palestre, piscine e parchi, sempre nel rispetto del distanziamento sociale. Permane invece il divieto di baciarsi e abbracciarsi, se non si appartiene allo stesso nucleo familiare e non si è congiunti, e restano vietati non solo gli assembramenti, ma anche le semplici strette di mano.
Non sappiamo per quanto tempo dovremo rispettare queste disposizioni, certo è che questo virus, invisibile e subdolo, da quando si è insinuato nelle nostre vite ci ha costretto a rivedere i nostri comportamenti e a riorganizzare la nostra quotidianità.
Ci siamo adattati a lavorare in smart working, abbiamo osservato un rigoroso isolamento sociale, ci siamo inventati nuove routine per superare il distacco e la lontananza dai nostri cari e dagli amici, nella consapevolezza che rimanere a casa, in assenza di vaccino, fosse l’unico modo per fermare la diffusione del Covid-19.
Continua a leggere tutto l’articolo di Valeria Braglia nella rubrica “Mirabilia” su La Libertà del 10 giugno 2020