Pieve di Guastalla: le accorate parole del parroco
Il caso dell’Oratorio di Pieve di Guastalla ha continuato nelle settimane scorse ad essere oggetto di notizie e polemiche sulla stampa locale, dopo la pubblicazione (si veda il testo integrale su La Libertà del 20 maggio scorso) della lettera che in data 16 maggio il vescovo Massimo ha indirizzato al parroco dell’unità pastorale “Beata Vergine della Porta”, don Nildo Rossi. Una lettera in cui monsignor Camisasca, riferendosi alla Parrocchia di Pieve di Guastalla, evidenzia che “le attività ludiche-ricreative e conseguentemente economiche si sono manifestate negli anni eccessive rispetto a quelle pastorali, e non di rado la gestione non sembra essere sempre chiara e trasparente con lacune documentali rilevanti, e con conseguenze, non solo da oggi, anche sul piano formativo della pastorale giovanile oratoriana”. Seguiva, nel testo della lettera, la comunicazione di una decisione assunta dal Vescovo insieme al Consiglio Episcopale: “in attesa di approfondimenti in sede di Visita Pastorale abbiamo ritenuto, in via precauzionale, indispensabile procedere con l’immediata sospensione di ogni attività ludica e di tempo libero riconducibili alla Parrocchia. A partire da oggi ti chiediamo di interrompere nelle forme proprie i rapporti di gestione in corso e di precludere l’accesso a tali strutture sino a verifica delle stesse da parte degli Uffici di Curia. Al fine di agevolare le verifiche ti invitiamo a trasmetterci la documentazione riferita alle attività in oggetto”.
Continua a leggere tutto l’articolo su La Libertà del 10 giugno 2020