Lutto nella missione diocesana in Brasile, è morta Antonina Neri

Antonina Neri, storica missionaria diocesana in Brasile, si è spenta martedì nell’ospedale di Salvador de Bahia; si era ripresa da una malattia, poi la pandemia non l’ha risparmiata. Aveva 83 anni.

Originaria di Cognento di Campagnola, era sicuro punto di riferimento per i tanti sacerdoti, laici e volontari che si recavano a svolgere il loro ministero e la loro opera in Brasile; li accoglieva, li ospitava, li accompagnava nella loro missione.

 Era partita dall’Italia  per il grande stato sudamericano in nave nel 1966.

“Una santa donna missionaria, straordinaria, partita grazie al Concilio, come diceva lei”; così la ricorda con affetto don Luca Grassi, per vari anni missionario diocesano “Fidei donum” a Pintadas in Brasile e ora parroco in città.

La prima tappa di Antonina è stata la parrocchia di Irecê nella diocesi di Ruy Babrbosa, dove ha lavorato con i sacerdoti diocesani missionari in quel territorio. Poi il trasferimento a Salvador de Bahia; qui ha operato in un orfanotrofio. Poi con l’ausilio di una macchina per maglieria, ha aiutato le ragazze madri ospiti di un orfanotrofio e le donne di periferia ad imparare un lavoro; in quegli anni ha anche seguito i ragazzi di un orfanotrofio nel doposcuola.

La sua principale preoccupazione era di garantire a centinaia e centinaia di mamme un lavoro, in particolare al tombolo; lavoravano nelle proprie abitazioni in modo da seguire i bambini  e quanto producevano veniva venduto e serviva per il sostentamento delle famiglie e per garantire l’istruzione dei figli fino all’università.

Antonina ha svolto il suo generoso servizio anche  accanto  agli “alagados”, i poveri dei poveri che vivono sulle palafitte nella Bahia de Todos os Santos a Salvador.

Ha creato e animato fino all’ultimo la Caritas diocesana di Salvador de Bahia.

Il sorriso, l’affabilità, l’intensa vita di preghiera, il servizio agli altri senza mai risparmiarsi, la generosità, la disponibilità sono state doti che l’hanno costantemente contraddistinta.

Una storia bellissima, quella di Antonina, che meriterebbe di essere scritta, vissuta con molta umiltà, fede, coraggio e determinazione tra i poveri. Così la ricordava nel dicembre scorso in una testimonianza dal Brasile lo stesso don Luca Grassi, che aveva fatto un breve ritorno nella missione . “Ha più di 80 anni, vive in una favelas in cui non ha paura di camminare e muoversi da sola. Conosce tantissime persone e quasi tutte la salutano. Abbiamo mangiato la pizza con lei ed in circa mezz’ora una decina di persone si sono fermate per salutarla e parlare con lei. Ha fondato e animato la Caritas di Salvador, ha dato lavoro a centinaia di mamme, permettendo loro di guadagnare un salario, lavorando in casa ed accudendo i figli. Non è raro, camminando per Salvador, una metropoli di quasi 4 milioni di persone, vedere adulti che fermano Antonina e la chiamano “mamma”, perché sono cresciuti grazie all’accompagnamento di Antonina”.

Giuseppe Adriano Rossi

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