I ragazzi della IVC di Design per l’arredo sconfiggono il loockdown e realizzano un progetto di alternanza scuola lavoro aggiudicandosi un premio
Nel chiuso buio del lockdown, sono riusciti a realizzare un percorso di Pcto alternanza scuola lavoro, che va dagli Appennini al Po, passando per la città, immaginando un itinerario, fra natura e arredi, come naturale luogo di incontro per un viaggiatore immaginario, ed hanno vinto il primo premio. Sono i 16 studenti della IV C, indirizzo Design per l’Arredo, del liceo artistico Gaetano Chierici, che hanno partecipato a Youth & Experience, l’iniziativa, alla II edizione, organizzata dalla Cdo (Compagnia delle opere) Emilia ed alcune aziende associate. La Cdo sostiene imprenditori, enti e professionisti, pensata per favorire il dialogo e l’arricchimento reciproco tra scuole ed imprese. La classe IVC guidata dal professor Alberto Artioli ha sbaragliato 7 agguerrite scuole avversarie di Reggio, Parma e Modena, Piacenza, Cremona e Mantova, realizzando un progetto impensabile in DaD (Didattica a distanza), poiché il lavoro avrebbe dovuto svolgersi all’aperto, sui luoghi e in laboratorio. Il progetto, in sede di premiazione in remoto, è stato presentato da: Matteo Manicardi.
Considerando che le scuole iscritte erano 19 e 12 non sono riuscite a terminare il percorso, i ragazzi del Chierici hanno saputo superare limiti e confini, interfacciandosi continuamente e ricercando luoghi e persone via internet. Spiega Artioli: “Gli studenti hanno proposto un progetto di arredo urbano, immaginando una sezione longitudinale sul territorio della nostra provincia, creando il percorso seguito da un ipotetico viaggiatore, hanno identificato alcuni luoghi, fra i quali, i parchi delle Caprette, Renato Fucini e Peace del Po a Guastalla, parchi naturali e urbani, piazze, luoghi di incontro con l’installazione di spazi di sosta attrezzati. Motivo ispiratore l’idea di identificare in questi siti elementi di arredo urbano: sedute, pavimentazioni, illuminazione pubblica, complementi vari, ispirati all’idea di domesticità. La pavimentazione intesa come tappeto, le sedute come il salotto di casa o paramenti verticali con aperture per incorniciare stralci di paesaggio, come fossero dipinti appesi alle pareti di casa. Il viaggio si è trasformato in realtà ed ha permesso di incontrare anche virtualmente, ambienti diversi, il fascino selvaggio della Bassa, il mondo rurale, la città con le sue piazze, la montagna con i boschi di faggio e la scarsa densità abitativa”. Artioli continua: “Ogni luogo prevede l’uso di materiali diversi e nell’ideazione dei progetti sono stati sviluppati temi quali: la contemplazione della natura con i ‘quadri sul fiume’, la socializzazione con la creazione di spazi destinati ai falò’ interpretati come il camino di casa, intorno a cui è naturale incontrarsi”.