650 e dintorni, una norma in bianco dai contorni bizzarri

Non so per quale particolare evento verrà ricordato questo straordinario periodo dai posteri, ma per molti il Covid-19 è stato contrassegnato da una volontà di controllo pubblico quasi feroce sul singolo cittadino, una tendenza già assai presente negli ultimi tempi, ma che con l’emergenza sanitaria ha assunto contorni a volte grotteschi.
L’ossessivo controllo degli organi di polizia, peraltro, è stato fortemente sostenuto dai media e dal terrore della diffusione del virus, ma non si può non ritenere plausibile che tra pochi anni rileggeremo con un certo sgomento le sanzioni comminate ai bimbi che giocano in un parco, o l’inseguimento con i droni di un runner sulla spiaggia oppure le sanzioni al barista che porta un caffè a due operanti della stessa polizia… Il giusto timore per il possibile verificarsi di un grave evento non può mai far dimenticare l’essenziale requisito della proporzionalità e della ragionevolezza nell’irrogazione della sanzione, principio giuridico che riposa nel naturalissimo requisito del buon senso.

Leggi tutto l’articolo di Andrea Davoli su La Libertà del 20 maggio 2020

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