Ricordiamo Tilde Manzotti, Serva di Dio, nel compleanno (28 maggio)
“È tanto dolorosa la realtà che il meglio che si possa fare a questo mondo io credo sia rifugiarsi nell’ideale. Perché il Signore non ci ha dato tanta leggerezza da poter passare sui dolori della vita con levità, senza pensare, senza che questi lascino in cuore quell’amarezza sconfinata che è più triste della morte?” (agosto 1934)
Mentre pensavo alla nostra Tilde e al periodo che abbiamo vissuto e viviamo, ho ricordato queste sue parole.
Rifugiarsi nell’ideale, credo intendesse Lui conoscendola, e chi altro? È stato durissimo e non è finito, questo sconvolgimento fisico, emotivo, affettivo, spirituale, e la domanda di Tilde è più che lecita.
Chi di noi non ha, e non ha avuto paura?
O chi è rimasto indifferente alla lunga e silenziosa fila di bare che partivano da Bergamo o da altre città per i cimiteri?
Chi ha perso amici, parenti, senza poter fare niente… proprio in un momento storico in cui ci sembra di sapere tutto e di essere invincibili, un esserino invisibile ci ha messo in ginocchio e non solo per pregare, siamo sembrati noi gli esserini impotenti e confusi. E lo siamo.
Leggi tutto l’articolo di Fabiana Guerra, coordinatrice del gruppo Amici di Tilde, su La Libertà del 20 maggio 2020