La Pandemia fa aumentare la solidarietà di Gima

Il Gruppo, leader nella produzione di mangimi, ha contribuito agli aiuti donando 100mila euro alla Regione Emilia-Romagna e, continuando a garantire alle tavole degli italiani carne di alta qualità, nel 2019 il suo fatturato ha raggiunto quota 140 milioni di euro

C’è un’Italia che non si è fermata durante l’emergenza del Covid-19. Ha dovuto andare avanti, nel rispetto delle restrizioni per la sicurezza sanitaria, e continuare a tenere acceso il motore dell’economia. Gima, azienda di Rubiera, in provincia di Reggio Emilia, leader nella produzione di mangimi, ha sempre lavorato per garantire ai grandi marchi del Made in Italy, come il famoso prosciutto San Daniele, noto in tutto il mondo, la qualità anche in un momento così difficile. In questi due mesi ha onorato gli ordini delle forniture acquisite e ha contribuito agli aiuti donando 100mila euro alla Regione Emilia-Romagna.

L’operatività che il Gruppo ha garantito durante l’Emergenza si è rivelata fondamentale e strategica soprattutto per l’industria del settore, che ha nell’Emilia-Romagna la sua punta di diamante. La pandemia del Covid-19 sta mettendo a dura prova l’economia del Paese e di quei territori che sono fortemente competitivi a livello internazionale. Basti pensare che l’Emilia-Romagna possiede ben 44 prodotti certificati DOP e IGP tra cui ricordiamo la Mortadella di Bologna, il prosciutto di Parma, l’aceto balsamico di Modena, la piadina romagnola e il parmigiano reggiano. E’ il numero più alto a livello europeo. Marchi prestigiosi sono anche gli ambasciatori dell’italianità nel mondo e sono legati indissolubilmente alle città dove vengono prodotti.

Il settore agroalimentare italiano copre tutta la filiera “from farm to fork” a partire dall’agricoltura in senso stretto fino all’industria alimentare in tutte le sue diverse declinazioni. Il nostro Paese, avendo una forte vocazione all’export, è stato particolarmente penalizzato dal lockdown del Covid-19. Per qust’anno il settore agroalimentare si aspettava un ulteriore balzo in avanti dopo la crescita del 2019. Un anno che ha visto l’Italia toccare una cifra record per le esportazioni del settore e che, grazie al modesto aumento dell’import, hanno permesso di ridurre il deficit commerciale. Lo scorso

anno le esportazioni hanno fruttato 44,6 miliardi di euro, con un incremento di ben il 5,3%. Oltre il 9% dell’intero export italiano di beni e servizi arriva da questo comparto. Anche le importazioni sono aumentate, ma di poco, dell’1,4%, toccando quota 45,4 miliardi. La bilancia commerciale è migliorata di 1,6 miliardi di euro: se il deficit commerciale agricolo è aumentato di 700 milioni, infatti, l’industria ha incrementato il surplus di 2,3 miliardi.

L’Emilia-Romagna – seconda regione italiana per valore delle esportazioni, tra le prime per crescita del Pil e ai primi posti in Europa per export per abitante – potrebbe risentire di più della crisi economica che si prospetta dopo la Fase2. Secondo Prometeia e l’ufficio studi di Unioncamere Emilia-Romagna, la crescita del prodotto interno lordo nel 2019 in Regione è stata pari allo 0,5%, superiore allo 0,2% stimato per l’intero Paese. Nel 2019 le esportazioni sono cresciute del 4,8%, l’occupazione ha visto l’ingresso di oltre 26mila unità mentre la disoccupazione è scesa a circa il 5%.

Per gli allevatori di suini il 2019 è stato un anno complicato: decisamente negativa la prima metà con un prezzo di 1,278 euro/kg, indubbiamente positiva la seconda metà, dove il prezzo ha raggiunto 1,794 euro/kg. Ha fatto da traino l’incremento esponenziale della domanda cinese di suini e derivati. E’ con questa situazione alle spalle che l’Italia ha affrontato la pandemia del Covid-19. Le ripercussioni sull’economia si sono già fatte sentire con una forte riduzione della domanda interna e un aumento della disoccupazione. Il Pil potrebbe crollare, secondo le stime, del 9%. L’agroalimentare si sta muovendo in controtendenza rispetto ad altri settori merceologici, favorito dal fatto che non ha bloccato l’attività e che la domanda di prodotti è aumentata durante il lockdown. Confcommercio stima che il fatturato del comparto crescerà del 4% nel primo trimestre dell’anno. Insieme all’industria farmaceutico-sanitaria e all’autotrasporto-logistica, l’agroalimentare farà da traino all’economia nazionale.

In questo scenario Gima, guidata dal presidente, Alfredo Ettore Mignini, e dall’Amministratore Delegato e Direttore Generale, Antonio Mignini, è in pole position per aiutare la crescita. Con un fatturato aumentato nel 2019 del 7% a quota 140 milioni di euro, è una delle realtà imprenditoriali più rappresentative dell’Emilia-Romagna. Ha sempre posto al centro della sua strategia aziendale la salute dell’uomo garantendo prodotti di altissima qualità. Nel 2019 ha investito 20 milioni di euro per occuparsi direttamente di allevamento di suini e bovini per fornire al consumatore una qualità unica della carne.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *