L’«Ave Maria», una preghiera trinitaria, cristologica, ecclesiale

Come approfondimento per il mese mariano del santo Rosario, pubblichiamo questo articolo di monsignor Giovanni Costi.

Da secoli, una delle formule più diffuse della preghiera della Chiesa è rappresentata dall’Ave Maria, costituita anzitutto dal saluto/messaggio dell’angelo Gabriele (Lc 1,26-28; 30-45) e seguita dall’invocazione alla Santa Madre di Dio.
Comunemente, per molti, quando si prega, si ricorre all’Ave Maria o alla recita del Rosario mariano.

La preghiera dell’Ave Maria è databile, nell’Occidente cristiano, con una prima formulazione, dagli inizi del XII secolo: ma il saluto angelico a Maria è presente, in tempi precedenti, come antifona offertoriale nella IV domenica di Avvento, caratterizzata da una sottolineatura liturgico-mariana.
Il nome Gesù e l’Amen finale verranno introdotti nel 1483, quando si diffonde l’uso anche della seconda parte Santa Maria, Madre di Dio…
Pur nel veloce scorrere del testo, l’Ave Maria include un’ampiezza di approfondimenti teologico-meditativi; non è una preghiera incentrata unicamente su Maria; si apre infatti a dimensioni cristologiche, trinitarie, ecclesiali.

Leggi tutto l’articolo su La Libertà del 13 maggio 2020 



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