Martedì 12 maggio è la Giornata mondiale dell’infermiere

Anche gli infermieri reggiani celebrano la loro giornata martedì 12 maggio

“Ancora una volta siamo in prima linea e anche da questa postazione dimostriamo tutto il nostro valore”. Nel giorno in cui si celebra la giornata internazionale – il 12 maggio è la data di nascita di Florence Nightingale fondatrice delle scienze infermieristiche moderne – la presidente degli infermieri reggiani Orienna Malvoni trova la voce ferma per scandire: “Ora come ai tempi di Florence siamo pionieri”. Trapela l’orgoglio di chi conosce bene il grande capitale umano che l’emergenza sanitaria ha messo in luce in questi mesi: l’estrema cura che questi professionisti dedicano al proprio lavoro che, tra gli altri valori, ha anche quello di poter essere un ponte diretto tra paziente/famiglia e personale sanitario. Un canale di comunicazione così importante da essere  parte integrante del percorso terapeutico.

Sono quasi 4.000 gli infermieri reggiani (il 77% sono donne) che anche durante questa terribile pandemia dimostra ogni giorno ciò che un tempo scriveva la fondatrice: “Il nostro sapere va oltre la tecnica, coinvolge anima, mente e immaginazione”. Nel bimestre aprile-marzo, direttamente dall’università sono arrivati 33 giovanissimi neo laureati a dare forza ai reparti più sotto pressione.

E anche nell’emergenza lo stile diventa un tratto distintivo di questi professionisti. L’Ordine delle Professioni Infermieristiche di Reggio ha deciso di donare 3000 mascherine protettive alle Rsa della nostra provincia che ne hanno maggior bisogno e ai colleghi che svolgono la libera professione e faticano ad avere approvvigionamenti costanti di questo prezioso presidio sanitario.

“E’ anche un modo – continua Malvoni – per sottolineare l’importanza della medicina territoriale e in particolare di una figura ancora da potenziare, l’infermiere di famiglia, un professionista da valorizzare che svolge il proprio ruolo nella comunità in maniera reattiva e proattiva, in rete con tutti i servizi sociosanitari già offerti”.

«Siamo – spiega Orienna Malvoni, la presidente dell’Ordine degli infermieri reggiani – la spina dorsale dell’assistenza sanitaria nazionale, il terminale del Sistema Salute di cui costituiamo la linfa vitale. Oltre che nei luoghi di cura, offriamo assistenza e prevenzione nelle scuole, sul lavoro, nelle carceri e in tanti altri ambiti del territorio. Promuoviamo la salute, l’autonomia della persona e favoriamo il benessere della comunità. Questo è lo scopo della nostra professione. Ogni giorno ci mettiamo la faccia e la testa. Oggi – conclude la presidente – servirebbero più infermieri per salvaguardare meglio la Salute pubblica intesa proprio come diritto umano».

Gli ultimi 20 anni sono stati rivoluzionari per la professione, sul fronte delle normative, della responsabilità e della formazione. Dal 2002 il corso di laurea in Infermieristica ha favorito la nascita della ricerca e l’utilizzo del metodo scientifico. Il numero chiuso garantisce l’alta specializzazione e il livello d’eccellenza del percorso di studi.

I cambiamenti in atto nei tassi di malattia e mortalità aprono poi nuovi scenari. L’invecchiamento della popolazione e l’allungamento della vita hanno portato all’aumento delle malattie cronico-degenerative, modificando i bisogni di salute dei cittadini, sempre più orientati a richieste di assistenza e supporto. Dalle patologie acute si passa alla cronicità, dalla dimensione della cura si passa a quella del care/assistenza, e gli infermieri sono sempre più indispensabili.

Consiglio ordine degli infermieri di Reggio Emilia

Il costo dell’assistenza è in aumento in tutto il mondo e gli infermieri sono in una posizione nodale per ottenere il migliore equilibrio tra qualità, accesso e oneri dell’assistenza. Gli studi evidenziano come un personale infermieristico formato e performante determini esiti positivi sul paziente e sull’efficienza organizzativa. Gli infermieri, vicini alla popolazione in tutti gli strati sociali, possono avere un enorme impatto nella riduzione dei costi sanitari e nel miglioramento della qualità dell’assistenza.

Eppure ancora troppo spesso la professione infermieristica è sottovalutata e poco valorizzata  nell’organizzazione e nella definizione delle politiche sanitarie. Gli infermieri sono al centro dell’erogazione dell’assistenza, ma raramente sono coinvolti in contesti che beneficerebbero del lavoro di team integrati, in cui contribuire allo sviluppo delle politiche sanitarie e ai processi decisionali.

È sempre più evidente che il futuro del sistema sanitario si realizzerà in un continuum tra ospedale e territorio, che comprende molteplici strutture e modelli assistenziali e organizzativi. Con una costante: la centralità della persona presa in carico. Per questo oggi la salute globale non può essere raggiunta senza il contributo attivo e propositivo degli infermieri e la loro partecipazione in tutti i livelli del sistema sanitario e assistenziale.

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