In flessione quelli medi delle imprese. Aumentano gli impieghi nel comparto industriale (+5,4%) e crollano le sofferenze complessive
Per favorire la ripartenza del sistema produttivo italiano, una volta superata l’emergenza sanitaria causata dal covid-19, il Governo ha operato sul versante liquidità, potenziando – in questa prima parte della Fase 2 – il Fondo di Garanzia per le Pmi, che è ora capace di garantire il ricorso alla richiesta di liquidità alle banche fino a 100 miliardi di euro.
Ma come si presentava, da un punto di vista finanziario, l’economia reggiana all’alba dell’esplosione dell’emergenza sanitaria da Covid-19?
L’analisi dell’Ufficio Studi della Camera di Commercio sui dati Bankitalia al 31/12/2019, restituisce una fotografia pre-emergenza delle dinamiche creditizie per la provincia di Reggio Emilia da cui emerge, per il nostro sistema produttivo, un calo generale di depositi, prestiti e sofferenze.
I depositi bancari del sistema imprenditoriale reggiano (pari a 4,9 miliardi) in leggera flessione (-0,6%); la diminuzione, in percentuale, ha interessato maggiormente le società di persone e le imprese individuali non artigiane (-3,2%), ma non le imprese familiari con un massimo di 5 addetti per le quali c’è stato, al contrario, un incremento del 4% su base annua.
Anche il valore degli impieghi vivi, ossia dei finanziamenti al netto delle sofferenze concessi dalle banche alle aziende, presenta un dato in calo su base annua (-3,8%); una diminuzione inferiore rispetto al dato nazionale (-4,9%) ma superiore a quello regionale di oltre un punto (-2,7%). Sono i settori dei servizi (-12,1%) e delle costruzioni (-10,2%) quelli con un calo significativo, al contrario delle imprese del settore industriale, per le quali si osserva un importante incremento (+5,4%).
Nell’ultimo trimestre 2019, poi, le sofferenze, ossia i crediti bancari la cui riscossione non è certa per lo stato di insolvenza del beneficiario, ammontavano a 858 milioni di euro per le imprese, e risultano in netta diminuzione (-25%, pari a 299 milioni in meno), con picchi particolarmente rilevanti per i servizi (-33,5%) e nel settore industriale (-30%) mentre il calo per le costruzioni è in linea con la media).
Dallo studio dei dati emerge, infine, un quadro per le famiglie consumatrici che non solo vede consolidarsi la flessione in atto da dieci mesi a proposito di sofferenze (-42,6%), ma vede anche aumentare sensibilmente i depositi, che risultano in crescita dell’11,2% e si portano a 10 miliardi di euro, mentre i prestiti crescono del 2,1%.