Come in tutte le unità pastorali e parrocchie in generale, nella nostra diocesi o altrove, anche le nostre 14 comunità dell’unità pastorale Terre del Perdono hanno dovuto pensare nuove modalità pastorali ispirate dallo Spirito Santo, in particolare a partire dalla Quaresima. Ci siamo tutti immedesimati molto nella comunità degli apostoli chiusi in casa, come abbiamo letto nel vangelo della II domenica di Pasqua, domenica della Divina Misericordia. A noi, che stiamo vivendo il tempo di questa emergenza sanitaria, la Parola ricorda che pur “restando in casa” ci è possibile esprimere la nostra fede. Certo, non possiamo partecipare all’Eucarestia sacramentale comunitaria (e questo ci manca molto!), ma al pari dei primi cristiani, all’interno delle nostre famiglie, cerchiamo di “essere assidui nell’ascoltare l’insegnamento degli apostoli e nell’unione fraterna, (…) e nelle preghiere” (At 2,42).
Fin dai primi di marzo, il gruppo del coordinamento liturgico dell’unità pastorale, congiuntamente a quello catechistico, si è messo subito all’opera, anche con riunioni via web. Si è potenziata la rete di contatti, già utilizzati in precedenza ma notevolmente rinforzati: WhatsApp, SMS, canale YouTube, pagina Facebook, sito web, email e newsletter dell’unità pastorale. Accanto a questi, naturalmente anche il telefono fisso. Poi la tv. Tutto fa capo al parroco e ai sacerdoti, suoi collaboratori, di concerto con la segreteria che, a nome del Consiglio pastorale, si è fatta carico di essere ogni giorno centro promotore. Per comunicare cosa? Innanzitutto per creare o sviluppare relazioni già instaurate in precedenza.
Leggi tutto l’articolo su La Libertà del 29 aprile 2020