Revisioni del tempo

Vorrei smentire nel mio piccolo il luogo comune secondo cui non ci sarebbero più le mezze stagioni. Sì, perché non saprei definire altrimenti che “mezza”, cioè a metà, questa stagione reclusa iniziata senza preavviso e che forse si concluderà presto o forse no, da consumare preferibilmente entro giugno, si spera, alla maniera di una mozzarella.
È una stagione pazzerella, nella quale il fisico, come in un letargo ritardato, vive ancora tutti gli acciacchi dell’inverno, potendo però già “godere” di tutti i disagi da primi caldi, con le zanzare e le allergie in cima alla lista, senza farsi mancare l’ultima tromba d’aria d’importazione.
La chiamavamo primavera: prima v’era, appunto, oggi non v’è.

Continua a leggere tutto l’articolo di Edoardo Tincani nella rubrica “Diario di casa mia” su La Libertà del 22 aprile 2020 

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