La notizia che monsignor Paolo Gibertini, al termine di un lungo pellegrinaggio terreno, ha fatto ritorno alla Casa del Padre, ha destato forte commozione nella nostra Diocesi di Ales-Terralba. Qui egli mosse, infatti, i primi passi del suo ministero episcopale. Un ministero breve nella sua durata (1983 – 1989), ma non per questo privo di intensità, e capace pertanto di lasciare una traccia profonda.
Oggi la gratitudine del presbiterio e dei fedeli di questa Chiesa dovrebbe soprattutto esprimersi nell’accoglienza dell’esortazione contenuta in un testo della Lettera agli Ebrei: “Ricordatevi dei vostri capi, i quali vi hanno annunciato la parola di Dio. Considerando attentamente l’esito finale della loro vita, imitatene la fede. Gesù Cristo è lo stesso ieri e oggi e per sempre!” (Eb 13,7-8).
Sì, al pari della Chiesa di Reggio Emilia-Guastalla, che lo ebbe successivamente come Pastore, anche la nostra Chiesa di Ales-Terralba non può e non deve perdere la “memoria” di questo Vescovo che autorevolmente le ha “annunciato la Parola di Dio” lasciando sempre trasparire dalle sue parole e dai suoi gesti una fede forte e salda nel Signore Gesù, “che è lo stesso ieri e oggi e per sempre”. In tanti ancora ricordano come, dopo la morte del venerato monsignor Antonio Tedde, avvenuta all’alba del 6 agosto 1982, si apriva per la Diocesi un prolungato tempo di attesa prima della nomina di un nuovo Pastore, un’attesa per di più turbata da insistenti voci che davano quasi per certa la sua soppressione o l’annessione ad altra Chiesa della Sardegna.
Continua a leggere tutto l’articolo di Pier Angelo Zedda, Vicario Generale Diocesi Ales-Terralba, su La Libertà del 15 aprile 2020