A.V.D. Associazione Volontari assistenza Domiciliare al tempo del Covid
Come possiamo continuare ad accarezzare l’animo delle persone in questo momento di chiassoso silenzio del dolore? Nel doveroso e rispettoso silenzio, cerchiamo di continuare ad essere vicini alle persone malate a domicilio e alle persone in lutto. Nulla di più frustrante è stato per noi dover dire NO, per la prima volta in 26 anni di attività, ad un familiare che ci ha chiesto aiuto per assistere il suo papà in ospedale, affetto da una patologia oncologica in stato avanzato perché ai nostri volontari non è consentito entrare nei reparti ospedalieri ed ora nemmeno ai familiari.
In questi giorni penso spesso a chi muore da solo. Penso ai familiari costretti a stare lontani dai loro cari. Penso, senza ovviamente capire fino in fondo, cosa debba essere non poter nemmeno entrare in ospedale, salutare sulla soglia per l’ultima volta e NON RIVEDERE MAI PIù chi ne rimane inghiottito. Penso a cosa debba essere non poter “fare le cose del lutto”. Non raccogliersi attorno alla salma, non avere il tempo del commiato, non essere presente alla chiusura della bara, non seguire il feretro, non poter partecipare al rito del commiato o al funerale, non poter sprofondare nell’abbraccio condiviso di familiari, parenti ed amici che soffrono per quella perdita. Non poter vedere il proprio caro prendere il suo nuovo posto in un’urna, nel cimitero…mentre ci si sorregge a vicenda, si condividono ricordi, emozioni preziose e paure… paure legate alla mancanza, alla nuova realtà che si dovrà affrontare, al modo di reinventarsi il quotidiano senza quella persona.
Continua a leggere tutto l’articolo di Giovanna Bacchini Saccani, presidente A.V.D., su La Libertà del 15 aprile 2020