Gli auguri dell’Azione Cattolica

“Siamo stati presi alla sprovvista da una tempesta inaspettata e furiosa. Ci siamo resi conto di trovarci sulla stessa barca, tutti fragili e disorientati, ma nello stesso tempo importanti e necessari, tutti chiamati a remare insieme, tutti bisognosi di confortarci a vicenda. Su questa barca… ci siamo tutti. Come quei discepoli, che parlano a una sola voce e nell’angoscia dicono: «Siamo perduti», così anche noi ci siamo accorti che non possiamo andare avanti ciascuno per conto suo, ma solo insieme”.

In questo periodo di Quaresima, di digiuno dalle cose e soprattutto dagli affetti, vorrei cominciare questi auguri con le parole che il Santo Padre ha detto venerdì 27 marzo in piazza San Pietro, piena dei cuori di milioni di fedeli. Siamo chiusi nelle nostre case, lontani dalle persone, in una quotidianità diversa. Piangiamo le persone che sono tornate alla casa del Padre, ci preoccupiamo dei malati e preghiamo per tutti coloro che stanno lavorando perché questa epidemia finisca. Abbiamo paura, ma abbiamo anche qualcosa di più. La nostra preghiera non è inutile, ma si unisce a quelle delle altre persone: non siamo soli, ma siamo tutti interconnessi. Questo ci porta ad assaporare ancora di più il momento in cui torneremo tutti insieme: dopo la Quaresima, dopo la morte di Gesù in croce, ecco il sepolcro vuoto. La prova che la morte non è l’ultima parola, ma la vita vince sempre.

Continua a leggere tutto l’articolo di Andrea Cavazzoni e del Consiglio diocesano di Azione Cattolica su La Libertà dell’8 aprile 

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