La battaglia mondiale con il virus

Non guerra mondiale, ma battaglia mondiale che impegna quasi tutta la terra, salvo il mare e il cielo, ma si alimenta con l’aria che il mondo respira perché troppo unito come un essere che deve vivere col reciproco respiro.
Quindi una guerra globale che combattono in pochi, tutti quelli in prima linea ad aiutare feriti e moribondi, mentre nelle retrovie altri devono aiutare i sopravvissuti, gli invalidi, i parenti e i congiunti; ma per vincere tutti devono partecipare a questa guerra contro il nemico invisibile, cioè tutto mimetizzato da intravedere con apparecchi speciali.
Alla pari del virus, la guerra si combatte rimanendo nascosti, invisibili, chiusi ciascuno nel suo piccolo o grande bunker, isolato, controllando il proprio respiro che non si allunghi, comunicando solo con i collegamenti virtuali per mantenere una presenza, una realtà anche solo virtuale, ma l’unica valida.
Battaglia quindi di isolamento, battaglia tutta di ritirate strategiche, tutta di un equalitarismo e di una parificazione comportamentale, cioè di unificazione generale.

Continua a leggere tutto l’articolo di Piero Benassi nella pagina dei Lettori su La Libertà dell’8 aprile 

 

 

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *