L’abate del «Quaerere Deum»
Da La Libertà dell’8 aprile
Il silenzio ha accompagnato la dipartita terrena di monsignor Gibertini e anche la sua sepoltura, la mattina di sabato 4 aprile nella chiesa parrocchiale di Ciano d’Enza. Pochissimi i presenti, per necessità di cose, con monsignor Tiziano Ghirelli, il fedele segretario del vescovo benedettino, e il sindaco di Canossa Luca Bolondi ad affiancare il vescovo Massimo per quello che non era, non poteva essere, un funerale.
Quel silenzio che, come ha rilevato monsignor Camisasca nel suo intervento, non è assolutamente assenza di parole e di decisioni, ma è invece radicamento profondo nella volontà di Dio, cercata nella preghiera, nella celebrazione della liturgia e nei volti dei fedeli a cui monsignor Gibertini si è dedicato con tutte le energie. È stato un abate e un padre anche nel ministero episcopale. Ed è stato un piccolo nelle braccia di Dio. Il piccolo nelle braccia di Dio – ha precisato il Vescovo – non è chi non sa nulla o non è maturo, ma colui che confida soltanto nel Signore.
Tutta la Chiesa ringrazia Dio di avere avuto monsignor Gibertini come abate e come padre, e chiede la grazia di poter ancora godere della sua intercessione: con queste parole si è conclusa l’orazione funebre tenuta dal vescovo Massimo. La Libertà ricorda monsignor Gibertini con la copertina e con queste pagine nell’edizione della Settimana Santa. Nei prossimi numeri ospiteremo altri contributi, perché la memoria di questo padre e abate resti a lungo in benedizione per la nostra Diocesi. (e.t.)
Su La Libertà dell’8 aprile uno speciale di 4 pagine dedicate al ricordo del vescovo Paolo Gibertini