Diario di casa mia. Lezioni paterne

Con l’andar dei giorni, cresce inevitabilmente la voglia di lasciarsi alle spalle la bruttissima esperienza della pandemia e dell’isolamento sociale forzato, ma credo che sarebbe un errore educativo archiviare tutto, in famiglia, come se nulla fosse successo. Provo a guardarmi allo specchio come padre: superata la prima occhiata, in cui vedo un uomo di mezz’età leggermente sovrappeso e nettamente più stressato del solito – provo ad andare in profondità e oso domandarmi che cosa io stia trasmettendo ai miei figli in questo tempo così sospeso e spiacevolmente stiracchiato.

La maggiore presenza in casa non ha, ahimè, aumentato l’audience delle mie prediche. Anche per questo cerco di parlare poco, contribuendo a ridurre l’inquinamento acustico. Mi riprometto piuttosto di agire, o meglio di occuparmi di alcune azioni che trovo adatte al mio ruolo genitoriale. Quali? A titolo esemplificativo e in ordine rigorosamente casuale: fare la spesa grossa non dimenticando qualche “integratore” per il morale, mantenere la calma e la lucidità, vigilare sulle tensioni tra fratelli, filtrare le informazioni ansiogene che piovono da giornali e tg, giocare a carte anche se non ne ho voglia, far rispettare i turni per apparecchiare, sparecchiare e riempire la lavastoviglie. 

Continua a leggere l’articolo nella rubrica “Diario di casa mia” a cura di Edoardo Tincani su La Libertà dell’1 aprile

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