L’omelia di monsignor Camisasca nella solennità dell’Annunciazione del Signore
Cari fratelli e sorelle,
durante queste settimane abbiamo meditato più volte su un tema difficile: l’incontro fra la libertà di Dio e la libertà dell’uomo. Negli avvenimenti della storia, che ruolo ha Dio e qual è il ruolo dell’uomo? La liturgia di oggi, ripresentandoci la realtà dell’Annunciazione e dell’Incarnazione, ci offre una risposta a queste domande. Tale risposta non ci esonera dalla riflessione e dalla fede, ma ci porta nella giusta direzione.
Innanzitutto la “decisione” dell’Incarnazione è stata una decisione del Padre. È il Padre che ha chiesto al Figlio di farsi uomo. E il Figlio ha risposto sì. Ma questa decisione, per potersi attuare, aveva bisogno anche del sì di una donna. Dio avrebbe avuto tante altre possibilità, certamente: dal momento che ha creato l’uomo, avrebbe potuto ricreare da zero un uomo nuovo. Ma sarebbe stato giusto e buono? Si sarebbe trattato in fondo un’“altra” umanità. Il Padre invece voleva che il Figlio si incarnasse in questa umanità: nella nostra umanità sofferente, nell’umanità precaria, nell’umanità mortale di cui tutti noi siamo parte. Perciò il Figlio, per entrare nel mondo, doveva passare attraverso un’Incarnazione, una gestazione e una nascita che fosse in tutto identica alla nostra. L’incarnazione doveva quindi passare attraverso il sì di una donna.
Leggi il testo integrale dell’omelia su La Libertà dell’1 aprile
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