La Caritas diocesana ricerca volontari

La carità ai tempi del Coronavirus. #iorestoacasa, ma non a casa mia!

In questo momento è veramente importante che tutti possano avere un luogo nel quale poter rimanere, isolandosi dagli altri e seguendo tutte le prescrizioni igienico-sanitarie che ci vengono imposte.

Ma, ci sono persone che non hanno una casa nella quale vivere e che, per vari motivi, erano accolti in strutture di accoglienza al momento dell’inizio di questa pandemia e del lockdown italiano. Quasi tutte le strutture di accoglienza erano organizzate per garantire il ricovero notturno delle persone, alcuni fornendo la cena e/o la colazione. Una situazione, questa, che non poteva garantire la sicurezza degli ospiti e della salute pubblica, lasciando queste persone tutta la giornata “in giro”.

Così, dormitori e strutture di accoglienza, stabili o di emergenza, si sono riconvertiti in strutture H24, garantendo una casa, seppur provvisoria, anche a chi non l’aveva. Tutto questo è reso possibile da un mare di volontariato: nelle parrocchie che mettono a disposizione le accoglienze invernali, nella mensa che prepara e consegna i pasti, in chi si mette a disposizione per fare da fattorino per raccogliere o consegnare cibo.

Ci sono anche persone che hanno deciso di dedicare tutto questo tempo di emergenza a favore di queste strutture, trasferendosi di casa. E’ l’esempio di Luca Cilloni, “Cillo” per gli amici, giovane ventiseienne(scout, impegnato in parrocchia, volontario di Operazione Colombain Libano) che si è trasferito presso il dormitorio Caritas dell’ex-Ifoa. Insieme a Saul, suo coetaneo, garantiscono l’apertura e la presenza affinché il dormitorio sia sempre aperto.

Ci sono altri esempi di trasferimento di casa in modo da sostenere situazioni che, a causa del Coronavirus, si sono fatte difficili. Don Giordano Goccini, parroco di Novellara e don Giovanni Ruozi, parroco di Castelnovo ne’ Monti, hanno fatto la valigia e si sono trasferiti presso la Casa della Carità del loro paese, per garantire il servizio necessario a sostegno degli ospiti della struttura che ha visto calare drasticamente il flusso di volontari che c’era in precedenza. E così hanno fatto altri ausiliari e volontari, dedicando 2-3 settimane di tempo per fermarsi in modo stabile presso una Casa della Carità.

Le Case della Carità sono ambienti familiari e non strutture assistenziali, basate solamente sul lavoro di tantissime persone che passano dalla Casa durante il giorno per fare i più diversi servizi. Con l’isolamento resosi necessario a seguito delle direttive e dei decreti, alcune strutture sono andate in difficoltà e hanno dovuto affrontare anche malattie interne che hanno complicato ulteriormente la gestione quotidiana.

Ecco che la scelta di una persona che si dedica a tempo pieno e si mette a servizio di queste realtà diventa di fondamentale importanza per garantire il servizio e per evitare il via vai di persone da fuori. E’ anche un modo per riconvertire in modo utile il tempo a disposizione a causa di questa emergenza (sospensione del lavoro o dello studio, calo delle attività, …). Naturalmente, è importante essere giovani e in buona salute.

La Caritas diocesana sta raccogliendo disponibilità di questo tipo e coordina la richiesta che, in modo particolare, oggi viene dalle Case della Carità. Per rendersi disponibili è necessario scrivere una mail a segreteria@caritasreggiana.it e verrà ricontattato per un colloquio telefonico.

Insomma, possiamo ottemperare alle prescrizioni di rimanere a casa e, nello stesso tempo, fare un servizio prezioso a favore di chi è maggiormente in difficoltà in questo periodo. Possiamo “sentirci a casa” anche se non sono le nostre solite mura. Fare famiglia va oltre le strutture e questo periodo ce lo ricorda in modo particolare.

Caritas diocesana RE

Raccolta fondi a sostegno della Caritas

In questo periodo di Emergenza da Coronavirus abbiamo messo in campo iniziative particolari a sostegno di quella popolazione che si trova maggiormente in difficoltà, anche a causa di questo momento particolare.

Prepariamo e distribuiamo 350 pasti al giorni, sono garantiti 120 posti di accoglienza non solo notturni ma per tutto il giorno, sosteniamo economicamente alcuni nuclei familiari in crisi e tanto altro.

L’impegno eccezionale profuso in queste settimane è reso possibile anche da aiuti economici straordinari a sostegno delle sempre crescenti spese: Caritas Italiana ha messo a disposizione un contributo di 10.000 euro, derivante dallo stanziamento della CEI in occasione di questa emergenza.

Ora abbiamo bisogno anche di te!

Anche una piccola offerta è un modo per essere solidali in questo momento così difficile, gesto possibile da parte di tutti che si unisce allo sforzo diretto di tanti volontari che operano ogni giorno per garantire i servizi.

Facciamo appello al buon cuore delle persone affinché ognuno possa contribuire e metterci “del suo” anche rimanendo a casa propria.

Le offerte possono essere versate sul

Conto Corrente Bancario n. 27543 presso Ag. 68 di Reggio Emilia diEmilbanca

IBAN:IT75 G070 7212 8050 6822 0127 543 con causale “Emergenza Coronavirus”

oppure tramite icanali telematici segnalati sul sito(donazioni con carta di credito, PayPal e Satispay).

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