PAUSA PRANZO, dal segno al sogno

È stato varato il nuovo decreto che stabilisce le regole, Regione per Regione, per affrontare l’emergenza Coronavirus. Il decreto introduce un nuovo criterio fondamentale: la “distanza di sicurezza” di un metro. Questa misura di sicurezza è stata definita con il termine “droplet”: una parola inglese, il cui significato si può tradurre letteralmente con “gocciolina”. Questo termine indica il criterio di tenersi alla giusta distanza affinché le “goccioline di saliva” che disperdiamo nell’aria – starnutendo e tossendo, ma anche soltanto parlando – non arrivino agli altri.
Dal punto di vista scientifico, la misura di sicurezza da rispettare è più ampia di un metro: l’infettivologo Massimo Galli dell’Università di Milano-Ospedale Sacco e Giovanni Rezza dell’Istituto superiore di Sanità spiegavano che la distanza da mantenere è di 1,82 metri. In base alle prescrizioni ministeriali e regionali viene prescritto dall’8 marzo di stare fisicamente in casa e possibilmente lavorare in condizioni di Smart Working e quindi inventarsi un sistema di lavoro a casa. I Vescovi italiani aggiungono che “sono sospese le celebrazioni liturgiche comunitarie” esplicando subito dopo tra parentesi “(eucaristie feriali e festive, esequie, etc.)”.

Continua a leggere tutto l’articolo di Paolo Bedogni su La Libertà del 18 marzo

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