Raffaello e il Correggio nel Rinascimento italiano

Cinquecento anni fa, il 6 aprile 1520, venerdì santo, moriva a Roma Raffaello Sanzio e veniva sepolto nel Pantheon. Sulla tomba veniva scritto: “Qui giace Raffaello, dal quale la natura temette, mentre era vivo, d’essere vinta, ma ora, che è morto, teme di morire”.
Egli ha dato un volto naturalistico all’uomo nuovo di Leonardo e Michelangelo. Firenze aveva finito il suo compito.
Ora toccava a Raffaello Sanzio e ad Antonio Allegri, provenienti da piccole città come Urbino e Correggio, calare il Rinascimento nel mondo.

Per comprendere la novità si possono osservare due tra le ultime loro pale: la Madonna Sistina già a Piacenza e la Madonna di San Sebastiano già a Modena, entrambe ora riunite alla Gemaldegalerie di Dresda.

Continua a leggere tutto l’articolo di Daniele Rivolti su La Libertà del 18 marzo

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