Acqua, dono di Dio e diritto universale

Domenica 22 marzo: Giornata Mondiale dell’Acqua

Domenica scorsa, 3^ di Quaresima, con la lettura dell’Esodo (17,3-7) “dacci acqua da bere”, nel deserto, e poi, con il Vangelo di Gesù e della Samaritana al pozzo (Gv. 4,5-42), dove il Cristo parla di “sorgente di acqua per la vita eterna”, la Liturgia ci ha già portati a riflettere su uno dei temi e dei diritti umani “essenziali, fondamentali, universali” (Laudato sì, 30) del mondo di oggi, il diritto all’acqua buona e sana.

La Liturgia, a suo modo, ci ha preparati alla riflessione/conversione anche in vista della Giornata Mondiale dell’acqua, domenica prossima 22 marzo.
Lo scioglimento dei ghiacciai, l’acidificazione degli oceani, l’inquinamento da petrolio, da materiale radioattivo, plastico, bellico, industriale, diffuso ovunque nelle profondità dei mari, ha trasformato già il meraviglioso mondo marino in cimiteri subacquei spogliati di vita e di colore (LS, 41), cimiteri di morte anche per uomini e pesci. “L’inquinamento giunge al mare come risultato della deforestazione, delle monoculture agricole, dei rifiuti industriali e di metodi distruttivi di pesca, specialmente quelli che utilizzano cianuro e dinamite” (LS, 41).

La stessa Lettera ci ricorda che ”una maggiore scarsità di acqua provocherà l’aumento del costo degli alimenti e di vari prodotti che dipendono dal suo uso… Gli impatti ambientali potrebbero colpire miliardi di persone (molto più del corona virus…) e, d’altra parte, è prevedibile che il controllo dell’acqua da parte di grandi imprese mondiali, si trasformi in uno delle principali fonti di conflitto di questo secolo” (LS, 31).

Da anni, non da oggi, siamo informati sul passaggio dall’era dell’abbondanza all’era della penuria delle risorse naturali vitali. L’acqua buona per usi umani e per il buono stato degli ecosistemi è sempre più rara. Lo stesso vale per il grano, il riso, le terre fertili, le foreste primarie, l’aria sana.

La ri-conquista del futuro, di un futuro per tutti, giusto, passa dalla costruzione di un nuovo patto sociale, non più e non solo nazionale (come fu il Welfare State), ma soprattutto mondiale, fondato sui beni comuni pubblici, base della storia condivisa tra tutti gli abitanti della Terra, nessuno potendo essere considerato “clandestino” sul pianeta.
L’attuale situazione socio-sanitaria che stiamo faticosamente vivendo, è e resterà a lungo una prova evidente e sconcertante di interdipendenza fra tutti i popoli, fra tutti gli umani, e fra gli umani e gli altri esseri viventi, animali e vegetali.

Il problema dell’acqua pulita unito a quello dello spreco e dell’inquinamento insipiente della stessa, per riprendere e approfondire il tema dell’acqua dono vitale per il corpo e per lo spirito e diritto fondamentale ed universale per il presente e per il futuro, “è in buona parte anche una questione educativa e culturale”
(LS, 30)… “Nella Bibbia sono ben 1500 i versetti dell’AT e 430 quelli del NT ad essere immersi nell’acqua” (cfr Ravasi, Secondo le Scritture, pag 76), la realtà più desiderata da tutto il paesaggio orientale, spesso assolato, arido, assetato. E del resto, come sottolinea il Salmista, anche l’anima e la carne hanno sete di Dio “protese come terra arida, deserta, assetata, senz’acqua” (Ps 63). Paesaggio esteriore (il deserto) e paesaggio interiore (lo spirito lontano da Dio) sono indissolubilmente connessi.

Questi nostri giorni, surreali nei ritmi, nei silenzi, nelle inquietudini e paure, potrebbero diventare una risorsa provvidenziale, una riconversione benefica, una lezione di vita salutare, anche a partire
dall’acqua: quella che viene dal cielo, quella che scorre nei fiumi, quella che avvolge la Terra, quella che sgorga dai Sacramenti, quella che ci costituisce tutti, ci disseta, ci lava, ci rigenera; quell’acqua che
sprechiamo e che manca a milioni di persone, a miriadi di animali e ad immense distese di suolo; quell’acqua che mancherà certamente anche a numerose future generazioni di esseri viventi, che forse non
conosceranno il corona virus, ma la sete sì…
Si diceva un poco sopra delle numerose citazioni bibliche riguardanti l’acqua e della necessità educativa di una cultura dell’acqua come dono, come diritto e come responsabilità.

Vogliamo offrire, specie per questo periodo di maggior tempo a disposizione per la lettura, qualche riferimento utile per una riflessione e preghiera personale o familiare, ricordando anzitutto che il primo aspetto sottolineato dalla Bibbia riguarda le acque cosmiche della creazione (Gen 1,1 ss); poi, passando attraverso le storie legate ai fiumi Eufrate, Nilo, Giordano, arriva, senza dimenticare le acque del diluvio, al fiume dell’acqua della vita, limpido come cristallo, che procede dal trono di Dio e dell’Agnello nella Gerusalemme celeste (Ap,22,1). Molto frequenti sono le descrizioni di corsi d’acqua, fiancheggiati da alberi, presso cui stanno uomini e armenti, fino al racconto della corrente guaritrice che sgorga dal tempio (Ez,47, 1-12), e l’acqua del Giordano che guarisce dalla lebbra il funzionario pagano del re di Siria, per la parola di Eliseo. Importante è ugualmente il filone dei pozzi, in cui i patriarchi, i pellegrini, lo stesso
Gesù e i discepoli trovano ristoro, incontrano persone e dialogano con popoli di cultura diversa (Gv, 4,5-42). Interessante e istruttivo è il vasto tema della pioggia e dei venti marini, dei marinai e pescatori, di
navi e barche travolti dai marosi, di tempeste improvvise sui laghi, di avventure e sciagure sfiorate ( a parte Giona, storico è il racconto di Paolo, in Atti, 27,1 – 28,15). E come dimenticare i miracoli
dell’acqua e nell’acqua? Noè e Mosé (“salvato dalle acque”), il popolo eletto al Mar dei Giunchi e poi nel deserto, con l’acqua dalla roccia, il ciclo di Elia ed Eliseo (2Re). Attualissimo è il Salmo 107, per la
storia di naufraghi, scampati miracolosamente alla morte, liberati dal Signore, dopo una preghiera gridata e disperata…
Mi piace concludere con la preghiera proposta dalla CEI per il primo settembre 2007:
”Dio di Verità e di Grazia, che disseti il cuore dell’uomo con l’acqua della vita eterna, rendici capaci di apprezzare i doni della tua creazione, perché l’acqua che scaturisce dalla Terra sia condivisa come dono e diritto per tutti i popoli”.

don Emanuele Benatti

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