Il presidente Spallanzani: «Il nostro gruppo industriale guarderà con attenzione ai laureati che usciranno dalla struttura reggiana»
Progetto UniMoRe 2020, Interacciai entra nel pool di sostenitori. «Il terzo polo universitario, a ridosso del centro cittadino, può rappresentare la svolta per la definitiva trasformazione della nostra realtà in una città universitaria a pieno titolo”, dichiara Fernando Spallanzani, alla guida del gruppo industriale di famiglia.
La sottoscrizione del sostegno è avvenuta pochi giorni fa alla presenza del Vescovo Massimo Camisasca. «Interacciai ha deciso di sostenere il Progetto Unimore 2020 – sottolinea l’imprenditore – per desiderio della nostra famiglia, da sempre sensibile alla cultura e alle tematiche sociali che riguardano la città. Oggi siamo di fronte ad una grande opportunità per Reggio. Quando inizialmente si pensò alla trasformazione dell’ex seminario, le ambizioni di Monsignor Camisasca potevano sembrare un disegno straordinario e ideale, ma difficilmente concretizzabile. Oggi questa sua intuizione è diventata realtà. Il futuro dei nostri figli passa necessariamente dall’educazione e dalla conoscenza, temi che devono essere sempre più di alto livello per consentire loro di affrontare in modo adeguato le sfide future».
Ma quali ricadute avrà la città da questo terzo polo universitario? Risponde Spallanzani: «Il primo aspetto a cui penso sono i numeri. Tra docenti, ricercatori, personale tecnico e iscritti, si può ragionevolmente presumere che attorno alla struttura graviteranno circa 2mila persone. I 120 alloggi, le nuove aule per la didattica, l’auditorium da quasi 300 posti daranno a questa struttura il potenziale per diventare un riferimento fondamentale non solo per l’Università, ma anche per le attività cittadine in generale. Lo stesso centro storico, che sta rischiando di perdere la propria identità, troverà in questa iniziativa un nuovo stimolo per rinascere. Ma penso anche all’opportunità che il nostro centro storico potrà cogliere ospitando alloggi per gli studenti nei palazzi cittadini. Questa è l’occasione per Reggio di unire il lavoro, le idee e la volontà di imprenditori, liberi professionisti, Curia, Università e amministrazione pubblica in un progetto comune e condiviso ,che servirà al rilancio di Reggio Emilia».
E Spallanzani porta l’esempio di collaborazione tra pubblico e privato rappresentato dal Centro Studi Grande Milano presieduto da Daniela Mainini, «straordinaria iniziativa che nell’arco di un ventennio ha rilanciato la città di Milano rendendola l’unica realtà veramente “europea” in Italia. Mi piacerebbe anche a Reggio si puntasse ad un obiettivo analogo, perché penso fortemente che il territorio e il tessuto della nostra città lo meriti e lo possa realizzare».
E sulle discipline che si studieranno nel nuovo polo, Spallanzani precisa: «Implementare il numero di insegnamenti è importante per rispondere al meglio alle esigenze dei comparti industriali del territorio. Per migliorare il contributo delle università alle esigenze locali, è fondamentale sviluppare una stretta cooperazione tra università e industria e orientare questa collaborazione verso l’innovazione e la ricerca. In una parola, sfruttare le conoscenze universitarie in relazione alle esigenze del settore imprenditoriale. Le università devono essere in grado di rispondere alle nuove esigenze formative e far fronte alla crescente richiesta di istruzione scientifica e tecnica. Penso ad esempio alle eccellenze del territorio, dalla meccatronica, alla motoristica, all’agroalimentare, al biomedicale».
E conclude: «Una realtà del territorio come Interacciai guarderà con attenzione ai laureati che usciranno dalla struttura reggiana. Il nostro gruppo industriale, che ha diversificato in più settori, necessita di professionalità in molti ambiti e a maggior ragione saremo attenti a ricercare le stesse nell’ambito della nostra Università».
Il Gruppo Spallanzani opera nel settore siderurgico da oltre 50 anni. Conta 16 filiali con deposito in Italia e 10 all’estero specializzate nella distribuzione di acciai speciali. È presente sul territorio italiano con 4 stabilimenti produttivi specializzati nella lavorazione a freddo e a caldo degli acciai. Inoltre è presente nel settore agroalimentare, immobiliare e bancario. Il Gruppo conta oltre 500 dipendenti.