Venerdì 7 febbraio a Correggio, per iniziativa del Circolo culturale Pier Giorgio Frassati, si è reso omaggio alla Giornata del Ricordo (10 febbraio) con un incontro che ha visto la testimonianza di Raffaella Udovisi e Stefano Setti, rispettivamente figlia e nipote di Graziano Udovisi, protagonista di una straordinaria vicenda, in quanto sopravvissuto miracolosamente dopo essere stato gettato in una foiba. Per la complessità della materia, l’inquadramento storico è stato effettuato da Fausto Biloslavo, triestino, noto giornalista e studioso di quelle vicende. L’incontro è poi stato replicato sabato 8, al mattino, davanti a una settantina di studenti di quinta superiore, incuriositi da vicende così drammatiche e ancora così poco conosciute , anche perché trattate in modo spesso frettoloso e inadeguato nei libri di testo.
La tragedia delle foibe, inghiottitoi naturali che, numerosissimi, si trovano nella Venezia Giulia e nell’Istria, e dentro i quali vennero gettati, vivi o morti, dopo atroci torture, sevizie e violenze, migliaia di Italiani oppositori del regime comunista di Tito, è stata una delle vicende più gravi e dolorose della seconda guerra e del primo dopoguerra. Purtroppo per motivi di realpolitik ed interessi internazionali che hanno coinvolto anglo-americani, sovietici e anche i governi italiani, per molti decenni è stato steso un colpevole silenzio su quelle stragi e solo dagli anni ’90 politici, studiosi e storici hanno iniziato a pubblicare i risultati delle loro ricerche sulle foibe. Con una legge del 2004 l’Italia ha poi istituito una giornata del Ricordo delle foibe e dell’esodo, fissata per il 10 febbraio, dichiarando anche la foiba di Basovizza “monumento nazionale”.
Leggi tutto l’articolo di Massimo Vezzani su La Libertà del 26 febbraio