Come accadeva anni fa per tante tornate elettorali in cui nessuno diceva di votare per Berlusconi e poi il Cavaliere vinceva, così accade ogni anno per Sanremo: nessuno dice di guardarlo eppure il festival 2020 ha sbancato l’auditel con ascolti e durata delle serate da record. Del resto Sanremo vince sempre: è uno di quei fenomeni nazional-popolari, al pari della politica e della nazionale di calcio, che appassionano gli italiani che nel bene o nel male per una settimana si ritrovano a vedere e commentare la kermesse canora con tutto il polverone mediatico che il Festival porta immancabilmente con sé. Quindi direi che i primi vincitori sono Amadeus & Fiorello che, con la loro amicizia sdoganata sul palco dell’Ariston tra gag, abbracci e complimenti reciproci, hanno confezionato cinque belle serate. È stato il Festival delle donne (anche se a vincere la gara canora è stato un uomo ), con uno stuolo di co-conduttrici succedutesi ogni sera. Donne non solo presentatrici ma anche portatrici di messaggi: dal monologo, imbarazzante, di Diletta Leotta sulla bellezza (sarebbe bello sapere se la nonna, destinataria delle parole della showgirl, ha capito il messaggio della nipote) alla più vera e toccante testimonianza di Rula Jebreal sulla madre e sulla condizione della donna in generale.
Continua a leggere l’articolo di Matteo Daolio su “La Libertà” del 19 febbraio