Share, condividere: questa la parola d’ordine delle 24 ore che gli alunni delle classi della Scuola secondaria di 1° grado dell’Istituto “San Tomaso” di Correggio hanno vissuto da mercoledì 29 gennaio a sabato 1° febbraio, alternandosi le prime, le seconde e la terza. Un tempo diverso per prepararsi a vivere la festa di don Bosco. La “24 ore” iniziava con l’accoglienza intorno alle 15 ed un tempo di giochi a tema, simpatici e divertenti, nel campo vicino alla casa dove eravamo ospitati, ovvero la parrocchia di San Biagio a Correggio; poi una meritata merenda ed un intervento formativo da parte di don Giovanni Fasoli sul tema del condividere in rete “solo cose belle”.
Gli alunni erano stati invitati a portare giochi da tavolo; prima della cena abbiamo creato degli spazi liberi di giochi a seconda degli interessi, che hanno visto coinvolti alunni e docenti, permettendo anche uno scambio con gli alunni dell’altra sezione o quelli che a scuola si fa un po’ più fatica ad incontrare. Una cena abbondante e gustosa li ha ricaricati per vivere la serata fra “Just dance”, giochi da tavolo ed attività manuali. Alle 22.30 la buonanotte di don Bosco e poi il meritato riposo o l’atteso tempo notturno insieme nella camerata maschile o femminile.
La mattina gli alunni della terza liceo pedagogico si sono alternati nei tre giorni, con alcuni stand che ripercorrevano momenti della vita di don Bosco, non solo raccontandola, ma proponendo anche delle attività. Prima del pranzo ancora un intervento conclusivo di don Giovanni, che li invitava ad aggiungere al motto “solo cose belle”, anche quello dei “piccoli passi possibili”. Poi il pranzo ed il gioco libero fino all’arrivo delle famiglie che li avrebbero riportati a casa, mentre ci si preparava ad accogliere il gruppo successivo. Con la classe terza ci siamo spostati, nella serata del 31 gennnaio, nella parrocchia di San Quirino per vivere insieme l’Eucarestia presieduta da don Giovanni in onore di don Bosco e il rinfresco presso i locali della scuola.
Continua a leggere l’articolo di Barbara Noto su “La Libertà” del 19 febbraio