L’arte e la passione di educare

Con un’espressione particolarmente efficace, Papa Francesco ha definito il periodo che stiamo vivendo non tanto un’epoca di cambiamento quanto un cambiamento d’epoca, attraversato da nuove emergenze nel contesto scolastico, sociale e culturale. Tali novità richiedono approcci e metodi nuovi, che non rinneghino la tradizione, ma la recuperino e la vivifichino, lontani da schemi, rituali consunti o approcci divenuti formali.

La nostra epoca rappresenta dunque una grande occasione per rimettere a tema sia la questione educativa, elemento fondante di qualsiasi percorso formativo, sia la questione metodologica e didattica, ovvero i criteri che guidano la prassi scolastica quotidiana.
Lucidamente scrive così Marcello Tempesta nel suo libro (“Motivare alla conoscenza”, ELS La Scuola): “La scuola per questo si trova nel mezzo di un delicato processo di transizione. Dopo la stagione della scuola di élite e quella della scuola di massa, appare necessario un coraggioso ripensamento del senso e delle dinamiche della scolarità, una profonda ricomprensione culturale della mission stessa della scuola: essa è chiamata, anzitutto, ad accogliere integralmente il bisogno educativo di ogni studente, per permettere un accesso personale all’esperienza culturale, strappare dalla passività, mobilitare talenti, mettere in azione.
Solo una generazione di docenti che non abbiano paura di mettersi alla prova anche su queste tematiche (che chiamano inevitabilmente in causa la responsabilità educativa e sociale dell’insegnante e il suo costante lavoro sulla propria motivazione, prima che su quella dei suoi allievi) può sperare di mostrare ai più giovani la bellezza e il fascino dell’avventura conoscitiva”.

Leggi il resto dell’articolo di Daniela Parisi su La Libertà del 12 febbraio 

 

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *