La vocazione? La vita intera

Si gioca principalmente sulla dialettica libertà/obbedienza l’incontro che va in scena al Cinema Cristallo nel pomeriggio di lunedì 3 febbraio. È un colloquio tra il vescovo Massimo e Lilia Bonomi, che presenta nell’occasione il volume “L’ipotesi positiva. La vocazione cristiana in don Luigi Giussani” (Edizioni Biblioteca Francescana 2018, 438 pagine).

L’autrice, 56 anni, arriva da Pavia accompagnata dal marito; insegnante di religione cattolica, ha pubblicato diversi titoli di saggistica, come ad esempio “Siamo tutte casalinghe. Da Santa Marta a Disperate housewives” e “Storie d’amore e passione nella Bibbia”, che hanno catturato l’attenzione del gruppo di studio “Chiesa Donna”, coordinato da Angela Zini, organizzatore dell’appuntamento reggiano insieme ai Beni Culturali dei Frati Cappuccini.

Dopo l’accoglienza riservata ai relatori da Davide Dazzi, da padre Lorenzo Volpe e da padre Prospero Rivi, la scrittrice inizia con spigliatezza a raccontare della sua esperienza personale: finito il liceo classico, frequentato per imposizione dei genitori, ha intrapreso gli studi teologici conseguendo la licenza in Teologia dogmatica. In un primo momento, per la tesi di dottorato con monsignor Pierangelo Sequeri, si era indirizzata sul dialogo interreligioso, pista accantonata in seguito per l’irrompere del tema vocazionale; un aspetto, quest’ultimo, riscoperto dalla donna proprio grazie a don Luigi Giussani, accostato non solo e non tanto come fondatore di Comunione e Liberazione o come educatore di intere generazioni di giovani, quanto soprattutto come teologo.

Leggi il resto dell’articolo su La Libertà del 12 febbraio

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