Cattolici e Polis, discorso aperto

Non si tratta di fondare un nuovo partito dei cattolici quanto piuttosto di tornare a incontrarsi per un’educazione comune alla fede. È uno dei messaggi che il vescovo Massimo Camisasca ha trasmesso lo scorso 24 novembre nel tradizionale Discorso alla Città per la solennità del patrono.
Il pastore diocesano ha scelto di affrontare un complesso tema d’attualità, “I cattolici italiani e la politica”, accogliendo così l’appello lanciato a più riprese da Papa Francesco e dal cardinale Gualtiero Bassetti. “La decisione di trattare proprio questo argomento è nata in me a partire dalla convinzione che la nostra Nazione e il nostro Stato necessitino di una nuova classe dirigente che sappia portare dentro di sé la storia e la tradizione del nostro Paese e, nello stesso tempo, che sappia accompagnarlo e guidarlo verso nuovi traguardi, in un contesto culturale profondamente mutato rispetto al passato recente e in continua accelerazione”, scrive monsignor Camisasca.

La comunità cristiana ha il diritto/dovere di collaborare alla nascita di questa nuova leadership in modo originale, sapendo ritornare alle sorgenti dell’impegno pubblico, sulle quali Camisasca si sofferma nel suo Discorso. Il testo inizia con una lettura del ministero e delle parole di Gesù, prosegue con un’analisi di alcuni momenti della storia del mondo occidentale per arrivare alla Dottrina Sociale della Chiesa e all’opera lungimirante di alcuni credenti dall’Unità d’Italia ai giorni nostri, con speciale riferimento a don Luigi Sturzo e ad Alcide De Gasperi.

Leggi il resto dell’articolo di Edoardo Tincani su La Libertà del 5 febbraio

 

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