Le Beatitudini “contengono la carta d’identità del cristiano, perché delineano il volto di Gesù stesso, il suo stile di vita”. Lo ha detto il Papa, che ha iniziato il 29 gennaio in Aula Paolo VI, davanti a 7mila persone, una nuova serie di catechesi, che ha come oggetto le Beatitudini nel Vangelo di Matteo, testo che apre il “Discorso della montagna” e che “ha illuminato la vita dei credenti e anche di tanti non credenti”, ha ricordato Francesco, perché quello di Gesù è “un messaggio per tutta l’umanità”. “Questi ‘nuovi comandamenti’ sono molto più che delle norme”, ha detto il Santo Padre, spiegando che “Gesù non impone niente, ma svela la via della felicità – la sua via – ripetendo otto volte la parola beati”. “Sarebbe bello impararle a memoria”, l’auspicio a braccio.
“Le Beatitudini ci insegnano che Dio, per donarsi a noi, spesso sceglie percorsi impensabili, quelli dei nostri limiti, delle nostre lacrime, delle nostre sconfitte”, ha detto il Papa salutando i pellegrini di lingua francese. Le Beatitudini “sono una mappa di vita”, ha spiegato Francesco nei saluti ai fedeli di lingua araba.
“Non domandano azioni sovrumane, ma di imitare Gesù nella vita di ogni giorno”, ha precisato il Papa: “Guardiamo a Gesù: non ha lasciato nulla di scritto, non ha costruito nulla di imponente. E quando ci ha detto come vivere non ha chiesto di innalzare grandi opere o di segnalarci compiendo gesta straordinarie. Ci ha chiesto di realizzare una sola opera d’arte: quella della nostra vita”.
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