Si è svolta il 20 gennaio la posa di quattro pietre d’inciampo nel comune di Villa Minozzo, volute da Istoreco in collaborazione con Alpi-Apc, Anpi, Unione dei comuni e il Comune di Villa Minozzo.
Presenti il sindaco Elio Ivo Sassi, il sindaco di Castelnovo Monti Enrico Bini, la consigliera Spadaccini, il vicesindaco di Toano Albertini, la partigiana Giacomina Castagnetti, intervenuta durante l’ultima posa.
Un nutrito numero di giovani appartenenti alle classi degli istituti “Nelson Mandela” e “Scaruffi-Levi-Tricolore” assieme ai volontari della Croce Verde di Villa Minozzo, il presidente Renato Montelli, i parenti e gli abitanti di zona hanno seguito il corteo che si è formato a Carniana per arrivare a Minozzo.
Sono solo piccoli blocchi quadrati, in ottone. Sono solo pietre, in fondo. Sono parte di un arredo urbano dove non sempre si posa l’occhio, ma quando si posa, quando vede, non può ignorare. Deve guardare. “Le pietre d’inciampo vanno ad aggiungersi agli altri monumenti eretti a ricordo delle sofferenze e del sangue versato dai villaminozzesi nel corso della seconda guerra mondiale, per cui il Comune è stato fregiato della medaglia d’argento al valore militare”, spiega il sindaco Sassi, presidente di Alpi-Apc, ricordando le persone che hanno scelto di morire per preservare i valori di fede, ricchezza interiore. Vite sconosciute e dimenticate che ritrovano la propria identità, perché dopo essere volate via, passate attraverso il camino di Auschwitz, non sono mai rientrate fra i loro monti, nei loro paesi. Non hanno mai avuto commemorazioni. Sono diventate cenere al vento.
Leggi il resto dell’articolo di Chiara Guidarini su La Libertà del 5 febbraio