Avis Castelnovo racconta il dono

Donare il sangue è un gesto concreto di solidarietà. Significa letteralmente donare una parte di sé a qualcuno che sta soffrendo e ne ha un urgente bisogno. Il sangue fa parte a tutti gli effetti del nostro patrimonio collettivo, a cui ognuno può attingere in caso di necessità e in ogni momento.
Anche quest’anno Avis Castelnovo si riconferma in crescita come donazioni, aumentando di venti unità di sangue e raddoppiando le donazioni di plasma e piastrine. Il merito è dovuto ad una intensificazione dei contatti nei plessi scolastici della montagna e a un aumento della consapevolezza della popolazione dell’importanza del dono.

“Per le scuole- racconta Andrea Zini, responsabile del progetto scuola – abbiamo pensato a due diversi programmi proprio per evidenziare l’importanza del dono. Nelle scuole medie inferiori presentiamo una parte teorica su cosa significa donare e sull’uso degli emoderivati e una parte pratica sotto forma di gioco per conoscere la composizione del sangue e le combinazioni dei vari gruppi, per finire con prove di misurazione della pressione arteriosa, spiegandone pure la propria importanza, evidenziando anche l’importanza di un sano stile di vita e di alimentazione.
Nelle scuole superiori – solitamente classi quinte – l’approccio è sensibilmente diverso, infatti ci presentiamo insieme ad Admo, Aido e Croce Verde; qui l’incontro – che dura solitamente un paio d’ore – è aperto da alcuni filmati di ogni associazione, per poi passare ad una breve illustrazione delle attività delle suddette ed anche in questo caso si ribadisce l’importanza delle sane abitudini di vita. Distribuiamo poi fra i ragazzi dei post-it su cui possono porre ogni tipo di domande e curiosità; le risposte servono per far conoscere meglio l’importanza del dono in tutte le sue forme e le realtà delle associazioni che del dono volontario fanno la propria ragione d’esistenza. Per finire poi con un mini corso di rianimazione cardio polmonare tenuto dalla Croce Verde locale, chiudendo con l’eventuale raccolta di adesioni, visto che i ragazzi in questo caso sono maggiorenni e perciò già abili per poter entrare a far parte della grande famiglia del volontariato”.

Leggi il resto dell’articolo di Cecilia Maria Tondelli su La Libertà del 5 febbraio

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