Grazie all’Ufficio diocesano Beni culturali e Nuova Edilizia di Culto proponiamo ai lettori questo articolo relativo ai lavori nella chiesa parrocchiale di San Biagio Vescovo in Roncocesi. L’importo dei lavori finanziati con fondi regionali ammonta a 299.000 euro. Responsabile Unico del Procedimento: architetto Mauro Pifferi. Progettisti: ingegner Filippo Tinarelli e architetto Silvia Costetti. Imprese appaltatrici: Messori srl e Esedra Restauri società cooperativa.
Dopo anni di attesa, sono finalmente iniziati i lavori di recupero, restauro e risanamento conservativo con miglioramento sismico della chiesa parrocchiale di San Biagio Vescovo di Roncocesi, finanziati con fondi regionali, grazie all’azione dell’Ufficio Beni Culturali della Diocesi. Dopo anni di inagibilità, si prevede di restituire ai parrocchiani la loro chiesa la prossima estate. Il progetto di restauro e consolidamento, iniziato nel 2017, è stato predisposto dall’ingegner Filippo Tinarelli e dall’architetto Silvia Costetti, quando il parroco di Roncocesi era don Gianni Manfredini (oggi don Daniele Casini). Il progetto è stato autorizzato dalla Soprintendenza Archeologica, Belle Arti e Paesaggio della città metropolitana di Bologna e le province di Modena Reggio Emilia e Ferrara e dal Servizio geologico, sismico e dei suoli della Regione Emilia Romagna.
A seguito del sisma del maggio 2012, la chiesa presentava un quadro fessurativo preoccupante e in evoluzione, soprattutto nelle volte e nelle arcate della navata, con lesioni e fenomeni di danneggiamento strettamente correlati alla tipologia del fabbricato e al degrado dei materiali, con presenza di strutture spingenti, principi di ribaltamento, connessioni inefficaci tra gli elementi, eccetera. Si è rilevata la presenza di lesioni significative nella navata centrale, nella sagrestia e nell’ex loggiato sul lato nord, preoccupanti a tal punto da dichiarare inagibile l’edificio e da intraprendere il percorso progettuale di consolidamento.
L’edificio religioso è stato oggetto di una campagna di studio e monitoraggio che ha compreso il rilievo geometrico-architettonico con metodologia Laser scanner 3D phase-based, il monitoraggio del quadro fessurativo, indagini diagnostiche non distruttive sulle strutture, indagini geologiche e saggi stratigrafici sugli apparati decorativi e sugli intonaci.
Il progetto prevede la riparazione dei danni provocati dal sisma, la risoluzione di alcune criticità correlate o amplificate dall’evento sismico e i ripristini dell’apparato pittorico decorativo. I lavori previsti possono essere suddivisi nelle seguenti macro categorie: riparazione di strutture portanti verticali (muri e pilastri) lesionati; riparazione e consolidamento degli archi e delle volte in laterizio; riparazione e consolidamento delle strutture lignee di copertura; realizzazione di presidi antisismici ed antiribaltamento, quali catene e cordolature metalliche; ripristino degli intonaci a calce distaccati o cavillati; ripristino delle superfici pittoriche interne ed esterne e delle decorazioni pittoriche a tempera.
Ad oggi si è conclusa la fase dell’accantieramento: sono stati montati i ponteggi interni, i presidi mobili e le opere provvisionali di puntellatura per garantire la sicurezza sul cantiere.
Continua a leggere l’articolo su La Libertà del 18 dicembre…