Workshop: l’agricoltura guarda al futuro con ISOBUS. In vigna e frutteto, la tecnologia ISOBUS semplifica la connessione fra trattori ed attrezzi.

Si è concluso con successo il workshop tecnico sulla tecnologia ISOBUS al Tecnopolo di Reggio Emilia, organizzato dalla Rete IDEAgri, formata da Fondazione REI, Argo Tractors, Cobo, Walvoil, Salvarani, in collaborazione con AEF, CNHi, Arag, Frandent e Federunacoma, che ha facilitato l’incontro con il contributo di Alessio Bolognesi.

Grande interesse e affluenza di partecipanti anche fuori Regione. L’iniziativa ha previsto parti in aula alternate a parti dimostrative in esterna. ISOBUS è uno standard di comunicazione che rivoluziona il mondo agricolo consentendo una diretta connessione tra trattore e attrezzo indipendentemente dal marchio di provenienza. Permette di monitorare le attività e governare tutti gli attrezzi da un unico video terminale, collocato nella cabina del trattore. Questo supporta l’agricoltore nell’esecuzione delle operazioni in campo aperto, ma anche in vigna e frutteto su veicoli specialistici.  

Ha aperto i lavori Alberto Rocchi, nuovo Presidente del Club Meccatronica di Unindustria Reggio Emilia e Responsabile della Divisione Elettronica di Walvoil. L’ha seguito Marcello Mongiardo, Vicepresidente di AEF (Agricoltural Industry Electronics Foundation), l’organizzazione Internazionale per l’applicazione delle norme sui sistemi elettronici per le macchine agricole, e parte del gruppo CNHi. <<L’elettronica nell’industria agricola è impulso essenziale che guida l’innovazione nel campo dell’ingegneria per l’agricoltura. Dobbiamo continuare serrati l’opera di sensibilizzazione all’uso della tecnologia raccontando esperienze di chi già applica ISOBUS nel proprio lavoro, creando questi momenti dimostrativi e di scambio di buone pratiche. I costruttori di Macchine Agricole dovranno continuare a comunicare e cooperare per rendere le interfacce elettroniche compatibili tra loro e affidabili portando così un reale beneficio ai clienti>>. Rimarca Marcello Mongiardo.

I produttori di componenti come Ezio Bruno di Frandent (azienda piemontese), Gino Mainardi di Cobo Group e Alberto Basi di Salvarani hanno sottolineato l’importanza di fare rete soprattutto a livello nazionale, come già avviene in altri paesi esteri, tra costruttori di attrezzi, componenti e trattori.

In Italia c’è curiosità e interesse, ma ancora tanti dubbi e paure sull’effettivo investimento in ISOBUS.

<<Data la risposta positiva, ci impegniamo a ripetere più spesso iniziative come queste, perché accompagnano il territorio a una scelta consapevole e ‘smart’ in ambito agricolo>>, sostengono Antonio Salvaterra di Argo Tractors e Giuliano Pavarini di Arag.

A Reggio Emilia è presente, presso Fondazione REI, uno dei cinque laboratori di certificazione ISOBUS al mondo

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