L’unità dei cattolici in politica? Non un dogma, non un divieto

Prelati, clerico-leghisti e l’impegno politico dei cattolici: potrebbe essere questo il titolo di un racconto dell’oggi. Pare che la riflessione avviata da esponenti del mondo cattolico, come il gruppo formatosi intorno al professor Stefano Zamagni, con un Manifesto pubblicato per intero sul quotidiano Avvenire e finalizzato alla possibile costruzione di un partito di centro di ispirazione cristiana, stia disturbando i pensieri di altri cattolici che già hanno abbracciato il credo salviniano generato dalla Lega Nord.
Non è necessario qui disquisire su dettagli, mancanza di affinità, incoerenze e incongruenze del leghista Matteo con gli insegnamenti della Dottrina sociale della Chiesa.
È utile piuttosto leggere la storia passata e recente per chiarire come davvero stanno le cose. Niente di nuovo sotto il sole: c’è un’ala di cattolici che si colloca alla destra dello schieramento politico, condividendo tesi ultraconservatrici, fino a lambire culture che hanno poco a che vedere con il dettato biblico e costituzionale. Qualcosa di simile accadde anche nel primo congresso del Partito Popolare Italiano a Bologna nel 1919 quando padre Gemelli e don Francesco Olgiati, capeggiando un gruppetto di contestatori, accusarono don Sturzo di aver chiuso “Cristo in soffitta”. Il sacerdote di Caltagirone non arretrò di fronte alle contestazioni, rimanendo fermo sulla sua linea: lontananza sia dai conservatori che dal blocco socialista.

All’inizio del ventesimo secolo, con la nascita del Ppi e con Sturzo protagonista assoluto dell’ingresso dei cattolici nella vita pubblica a pieno titolo, senza ibridismi e senza compromessi al ribasso, il clima diventò ancora più pesante di quello attuale, tanto che Sturzo per salvare la pelle dovette riparare in esilio prima a Londra e poi negli Usa per sfuggire alla persecuzione di Mussolini, dei fascisti e dei clerico-fascisti. Oggi una buona fetta di clerico-leghisti, dichiarandosi cattolica, utilizzando bizantinismi, facendo capriole e arrampicandosi sugli specchi, seguendo il medesimo schema dei clerico fascisti di inizio ’900, dichiara di votare Salvini.

Continua a leggere l’articolo su La Libertà dell’11 dicembre…

 

 

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