Fondato nel 1929 oggi produce 20 mila forme di formaggio all’anno per 13 milioni di fatturato.
Vendita diretta, spaccio che fa servizio e allevamento di suini interno gestito dalla cooperativa ne fanno un “unicum” nel panorama caseario nazionale
Festa per il Caseificio di Cavola 993 (Toano) con tutti i soci: nove decadi di produzione di Parmigiano Reggiano di Montagna, è una delle cooperative più antiche di tutto l’Appennino. Quest’anno ricorre, infatti, il novantesimo anno dalla sua fondazione. Un traguardo importante, adatto a fare un bilancio del percorso fatto sinora e individuare le sfide del futuro tra innovazione e servizio alla comunità.
“Siamo rimasti ancorati alla tradizione con lo sguardo rivolto all’innovazione – afferma Fulvio Fioroni, presidente della cooperativa -. Attraversando i decenni e le generazioni, il caseificio è riuscito sempre a crescere incrementando il fatturato, nonostante le crisi cicliche e l’altissima competizione”.Il Caseificio di Cavola 993 è nato il 21 aprile del 1929 per iniziativa di oltre 40 soci fondatori – oggi sono 20 -, residenti tra i comuni Villa Minozzo e Toano, che hanno scelto d’unirsi dando vita alla cooperativa. I fondatori erano agricoltori-allevatori, mezzadri, possidenti.
“Ogni anno – continua Fioroni – nella latteria vengono prodotti 120 mila quintali di latte e oltre 20 mila forme di Parmigiano Reggiano per un valore complessivo di 13 milioni euro”. Una realtà unica, rispetto al posizionamento di altre strutture simili, che dà lavoro in Appennino a 29 persone assunte a tempo pieno, alcune delle quali addette al servizio di porzionatura con confezionatura termoretraibile. In assoluto si cerca di valorizzare il legame tra filiera e consumatore finale. Ne è un esempio lo “Spaccio 993” a Colombaia di Secchia, lungo la provinciale tra Cerredolo e Gatta, che propone il miglior formaggio della latteria – certificato Prodotto di Montagna dal Consorzio – assieme ad altri prodotti tipici: “di fatto assolve a una funzione di presidio e servizio per il territorio”, spiega Fioroni.
“Rispetto alla maggior parte dei caseifici tradizionali – aggiunge il presidente -, che scelgono di vendere ai commercianti/stagionatori tutta la loro produzione i formaggio, noi abbiamo scelto di seguire personalmente l’intero percorso di stagionatura vendendo direttamente. Oggi abbiamo circa 2300 clienti fissi dislocati in tutto il mondo. Questo è possibile grazie a una fitta rete di agenti dislocati su tutto il territorio nazionale e anche estero. Crediamo in ciò che facciamo: investire sul piccolo cliente o sulla piccola gastronomia ci sta dando grande soddisfazioni perché chi ci sperimenta continua a chiedere il nostro prodotto”.
Il Caseificio di Cavola 993, inoltre, è uno dei pochi che possono ancora vantare un allevamento con ben 1900 suini, che utilizzano il siero residuo dalla lavorazione del Parmigiano Reggiano: altro esempio di filiera corta, dato che le salumerie locali si rivolgono a questo allevamento per le proprie produzioni.
Non ultimo è ai vertici, per premi conseguiti, nel gruppo della Nazionale del Parmigiano Reggiano, che la ha vista partecipare sin dalla prima edizione 18 anni fa. “Siccome il 35% della nostra produzione è diretta al mercato estero, abbiamo cercato di investire sulla nostra visibilità partecipano a molteplici concorsi internazionali – conclude Fioroni -. Grolle d’oro, medaglie d’oro alle Olimpiadi dei formaggi e diverse medaglie al campionato di formaggi più famoso al mondo, il World Cheese Awards (argento e bronzo nell’ultima edizione di Bergamo), sono nel nostro palmares”.
L’appuntamento per festeggiare e conoscere dipendenti e stakeholder è fissato per il giorno 7 dicembre nella storia sede in via Argentina a Cavola.